La Regione Liguria cancella 540 ettari di parco e 42 aree protette: ecco la legge "sfascia-parchi".
Migliaia di ettari tra parchi naturali e aree protette in meno: la Liguria, alla faccia dell’ambiente, invoca la ripopolazione dell’entroterra e per fare ciò pensa sia utile ridimensionare il territorio dei tre più estesi parchi naturali e revocare la classificazione di area protetta a 22mila ettari di territorio nella provincia di Savona. Ma stiamo scherzando? Pare proprio di no, tanto che opposizione e ambientalisti già parlano di “legge sfascia-parchi”.
La geniale trovata – che tra l’altro cozza in maniera scandalosa con il tristemente noto dissesto idrogeologico della regione – arriverebbe dall’assessore ai Parchi e alla Biodiversità, il leghista Stefano Mai, che già da mesi, in realtà, ha presentato un disegno di legge (nel frattempo approvato dall’Assemblea regionale lunedì 9 aprile, Ddl 210), con l’intenzione di ridurre di 540 ettari il territorio dei più grandi parchi naturali regionali, il parco delle Alpi liguri, quello dell’Aveto e quello dell’Antola, e di eliminare la classificazione di area protetta a 42 territori nel Savonese, per un totale di oltre 22mila ettari.
Un provvedimento che, come se non bastasse, rischia di mettere definitivamente la parola fine anche al progetto di realizzare il parco del Finalese, rimasto nel cassetto sin dal 1995, quando fu approvata la legge che lo istituiva.
Cosa prevede il decreto legge 210 (ovvero la legge sfascia-parchi)
Il ddl 210 “Modifiche sulle aree protette e sulla tutela della biodiversità” approvato dal Consiglio regionale riguarda il riordino complessivo della normativa regionale inerente i Parchi e le Aree Protette ed è stato salutato dai sostenitori come “parziale revisione del sistema di aree naturali protette a distanza di oltre 20 anni dalla approvazione della legge regionale 12 del 1995”.
“Innanzitutto sono state riconsiderate le aree protette esistenti, alla luce del ruolo che, a distanza di anni, hanno svolto e possono ancora svolgere. In questo contesto, la nuova legge pone fine alla condizione transitoria che nella legge 12 legava l’allora previsto parco del Finalese a cinque aree protette regionali nella Provincia di Savona. I parchi di Bric Tana, Piana Crixia e le riserve di Bergeggi, Isola Gallinara e Rio Torsero, infatti, avrebbero dovuto essere gestiti unitariamente al parco del Finalese una volta istituito, mentre fino a quella data la loro gestione era affidata alle rispettive amministrazioni comunali”.
Inoltre, si legge nel testo: la legge “ridefinisce marginalmente i confini di quattro parchi regionali – Alpi Liguri, Antola, Aveto e Beigua – consolidandone l’assetto sulla base di una più che ventennale esperienza. Vengono soppresse le aree di interesse provinciale del Savonese, in quanto si sono dimostrate mere previsioni del Piano territoriale di coordinamento provinciale e non rispettano alcuno standard minimo operativo per godere di questa qualificazione; togliere un riconoscimento del quale non avevano più diritto non comporta, anche in questo caso, minor tutela perché le aree restano ambiti considerati nel Piano provinciale e, in larghissima parte, coincidono con Siti Natura 2000. Infine, il provvedimento effettua una revisione profonda delle norme di tutela generali applicabili a tutte le aree naturali protette e del relativo sistema sanzionatorio, con un inasprimento degli importi previsti a carico dei trasgressori”.
Nello specifico, si legge nella nota:
- si prevede la riduzione di 540 di ettari dei confini dei Parchi Antola, Aveto e Alpi Liguri;
- Parco del finalese: 5 Aree Protette passeranno dalla gestione provvisoria (in essere dal 1985), alla gestione ordinaria;
- Aree protette: non verrebbe cancellata alcuna tutela. Alle Aree Protette previste dalla Provincia di Savona viene tolta la dicitura di Aree Protette regionali in quanto non rispettano i parametri minimi di legge. Gran parte di queste aree rientrano anche nei SIC.
Infine, il ddl istituirebbe alcune novità tra cui nuovi strumenti amministrativi per i Parchi e un coordinamento regionale per le Aree Protette.
Veduta dalla cima del Monte Antola, tra la Liguria e il Piemonte
Lo scopo di tutto ciò? Ufficialmente sarebbe quello di ripopolare i borghi dell’entroterra e sarebbe per questo che il provvedimento cancella anche vasti tratti di “area contigua” – le zone-cuscinetto tra i terreni vincolati e quelli a edificazione libera – con il risultato che gli ettari sottratti ai parchi diventano edificabili, oltre che a disposizione dei cacciatori.
Ci viene da chiedere, allora, da quando la presenza di un parco è da ostacolo allo sviluppo del territorio?
Perché è una legge sfascia-parchi
Si tratta di una legge che non piace alle opposizioni, che per quattro sedute sono riuscite con l’ostruzionismo a far rimandare il voto, e nemmeno alle associazioni ambientaliste.
“Questa legge è un’enorme favore della giunta alla lobby dei cacciatori e agli speculatori edilizi – dice senza mezzi termini il consigliere regionale Marco De Ferrari, che ha coniato il soprannome di ‘legge sfascia-parchi’. Peraltro, la Liguria si muove in controtendenza con il resto d’Italia, dove si valorizzano le aree protette e il ministro dell’Ambiente parla addirittura di Paese-parco”.
E, infatti, era circa un mese fa quando il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa dichiarava pubblicamente di sognare una “Italia Paese-Parco”, prevedendo incentivi fiscali e meno burocrazia per chiunque volesse entrare nelle aree tutelate.
Nonostante ciò, “le aree protette della Liguria subiscono un attacco senza precedenti da parte della Giunta Toti che consegna molte aree protette ai cacciatori (tra aree contigue cancellate, arretramento dei confini e soppressioni delle 42 aree savonesi si parla di circa 1000 ettari!), esponendole a un concreto rischio di nuove cementificazioni, consumo di suolo e speculazioni edilizie”, hanno dichiarato i consiglieri regionali M5S intervenendo in Aula durante le intenzioni di voto sul ddl 210, secondo cui “il ddl va impugnato, perché la perimetrazione al ribasso non è accettabile: ne va da sé che segnaleremo questo disegno di legge al Ministero”.
Anche le associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, Club alpino italiano, Italia Nostra, Fridays for future) sono intervenute in Consiglio regionale e per ora hanno ottenuto l’impegno della giunta a convocare periodicamente un “tavolo tecnico” per la gestione delle aree protette.
Insomma, le aree protette liguri, così come quelle di tutta Italia, costituiscono un grande valore ambientale, culturale e territoriale ora sotto grave miniaccia, così come la creazione dell’area protetta del Finalese rivestirebbe altrettanta importanza.
Siamo sicuri che la sfascia-parchi faccia l’interesse dell’intera popolazione?
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Germana Carillo