A un attivista indiano va il Goldman Prize 2024 per il suo forte no alle miniere nelle foreste di Hasdeo Aranya. Una battaglia divenuta “un modello di giustizia ambientale nono solo in India”
L’India è uno dei maggiori consumatori di carbone per la produzione di elettricità e le foreste di Hasdeo Aranya, conosciute come i “Polmoni del Chhattisgarh”, sono a nche note per ospitare grandi giacimenti. Proprio da qui, da questo nervo scoperto, che è partito lo strepitoso impegno di Alok Shukl, l’attivista indiano che ha appena vinto il Goldman Environmental Prize, premio annuale dedicato ad attivisti ambientali che operano dal basso.
Proprio lui, infatti, 43 anni, ha dato il via a un movimento che ha salvato 445mila acri di boschi del Chhattisgarh dall’insediamento di ben 21 miniere di carbone: con il cosiddetto “Nobel verde” sono stati così premiati due decenni di impegno a favore della biodiversità e dell’identità culturale delle popolazioni Adivasi.
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Un lavoro lungo e faticoso, che nasce da una presa di consapevolezza recondita: nel momento in cui Alok Shukla vide per la prima volta la foresta dell’India centrale che si estendeva davanti a lui, capì immediatamente due cose.
Uno: che questa foresta che ospita migliaia di tribù, animali in via di estinzione e piante rare – era uno dei posti più belli che avesse mai visto. E due: che avrebbe dedicato la sua vita a fermare le aziende multimiliardarie che speravano di sradicarlo alla ricerca del carbone sotto il suo suolo.
L’unica domanda era: come? E tutto, come tutte le grandi cose, è iniziato con piccoli passi.
Nel 2012, la foresta di Hasdeo Aranya e i suoi più di mille km quadrati ricchi di biodiversità erano minacciate, a causa dei suoi enormi depositi di carbone (in India, il secondo consumatore mondiale di carbone dopo la Cina, questi giacimenti sono un bene di grande valore). Il Governo statale stava infatti allora provvedendo alla creazione di più di 20 blocchi di estrazione del carbone in 445mila acri di foreste, che tra l’altro forniscono risorse naturali cruciali ai 15.000 indigeni Adivasi della zona.
Insieme agli Adivasi, tigri, elefanti, orsi bradipi, leopardi e lupi, e insieme a dozzine di specie endemiche di uccelli e rettili, è uno degli habitat arborei intatti più grandi dell’India, tanto che – ovviamente – quelle 5,6 miliardi di tonnellate di carbone estraibile minacciavano di distruggerlo senza via di scampo.
Fu così che entrò in azione Alok Shukla, fondatore del Comitato di resistenza Save Hasdeo Aranya, che iniziò a sostenere la protezione di Hasdeo attraverso massicce campagne di protesta, inclusi sit-in, campagne di abbraccio di alberi, incoraggiando le coppie a scrivere #savehasdeo sui loro inviti di nozze e pubblicando una varietà di altri contenuti sui social media.
La pubblicazione delle aste nel 2020 scatenò la protesta delle comunità che ha dato vita a una marcia di protesta di 10 giorni e circa 270 km fino alla capitale dello Stato, Raipur. Finché, infine, il Governo indiano fece marcia indietro.
Determinato a salvare i polmoni del Chhattisgarh dalla distruzione, con la sua capacità di influenzare con successo la politica il movimento Hasdeo è divenuto un modello di giustizia ambientale in India e ha generato una solidarietà nazionale e regionale senza precedenti, dicono gli assegnatari del premio.
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