Da Lavazza a Bertolli, fino a Granarolo e Mutti: tutte le aziende italiane che causano deforestazione in Svezia con i loro imballaggi in cartone

Da un rapporto di Greenpeace Svezia emerge che, tra le tante aziende a livello mondiale, anche importanti nomi italiani come Lavazza, Bertolli, Granarolo e Mutti contribuiscono alla deforestazione svedese

Un rapporto di Greenpeace Svezia, intitolato Killed by Cardboard, rivela i nomi delle grandi aziende a livello mondiale che si riforniscono da cartiere come Smurfit Kappa e DS Smith, collegate alla distruzione delle foreste primarie svedesi.

Si parla di grandi nomi come Amazon, Zalando e HelloFresh, ma purtroppo tra questi figurano anche note aziende italiane.

Il problema sta nella grande domanda di imballaggi in cartone, in particolare quelli usa e getta utilizzati per l’e-commerce e per confezionare prodotti di largo consumo. La crescente richiesta di tali imballaggi mette a rischio le foreste primarie svedesi, ecosistemi che, secondo la strategia UE per la biodiversità, dovrebbero invece essere strenuamente protetti.

C’è da sottolineare poi che questa situazione minaccia i diritti dei Sámi, il popolo indigeno che abita queste terre da secoli.

Le aziende italiane coinvolte

Il rapporto di Greenpeace fa i nomi anche di alcune aziende italiane che utilizzano appunto cartone che contribuisce alla deforestazione in Svezia. Si tratta di Bertolli, Granarolo, Mutti, Lavazza e Segafredo che Greenpeace Italia ha provato anche a contattare per avere una replica ma che, al momento, non hanno fornito risposte ufficiali.

Nelle seguenti infografiche potete vedere l’elenco completo delle aziende clienti dei produttori svedesi di carta e cartone, rese note da Greenpeace.

aziende deforestazione svezia

@Greenpeace

aziende deforestazione svezia 2

@Greenpeace

aziende deforestazione svezia 3 bis

@Greenpeace

aziende deforestazione svezia 4 bis

@Greenpeace

Martina Borghi, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia, ha dichiarato:

È inaccettabile che stiamo distruggendo alcuni degli ecosistemi più importanti d’Europa per produrre imballaggi usa e getta. Le aziende che utilizzano tali imballaggi devono ripulire le proprie filiere dalla distruzione delle foreste, adottare soluzioni alternative e sostenere l’UE nella protezione delle ultime foreste rimaste.

Greenpeace esorta le aziende coinvolte a prendere misure immediate per escludere la cellulosa delle foreste primarie dalle loro filiere, eliminare l’uso di imballaggi monouso e sostenere le strategie europee per la biodiversità. Inoltre, si richiede alle istituzioni europee di garantire una protezione concreta delle foreste comunitarie e di tradurre in azioni efficaci gli impegni presi con il Quadro globale per la biodiversità Kunming-Montreal e la Strategia UE per la Biodiversità al 2030.

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Fonte: GreenPeace

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