La crisi climatica ci costerà quanto due pandemie di Covid-19 in un solo anno. Lo studio

I paesi del G7 perderanno 5 trilioni di dollari all’anno entro il 2050 se le temperature aumenteranno di 2,6 ° C.

I paesi del G7 perderanno 5 trilioni di dollari all’anno entro il 2050 se le temperature aumenteranno di 2,6 ° C. Ciò significa che, se non si farà nulla, le economie subiranno l’equivalente di due pandemie ogni anno

La crisi ambientale costerà caro e amaro ai Paesi più potenti del mondo se non si danno loro stessi una mossa: secondo una ricerca, le economie dei più ricchi, infatti, si ridurranno del doppio rispetto a quanto non sia già accaduto con la crisi dovuta alla pandemia, se non riusciranno a contrastare definitivamente l’aumento delle emissioni di gas serra.

A dirlo è uno studio di Oxfam e dello Swiss Re Institute, secondo cui i paesi del G7 – le maggiori economie industrializzate del mondo – perderanno l’8,5% del PIL all’anno, o quasi 5 trilioni di dollari spazzati via dalle loro stesse economie, entro 30 anni se le temperature aumentano di 2,6° C.

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Le economie delle nazioni del G7 si sono contratte in media di circa il 4,2% nella pandemia di coronavirus e le perdite economiche dovute alla crisi climatica entro il 2050 sarebbero all’incirca della portata di una crisi simile ripetuta due volte in un anno.

L’economia del Regno Unito, per esempio, perderebbe il 6,5% all’anno entro il 2050 sulle attuali politiche e proiezioni, rispetto al 2,4% se gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima saranno raggiunti.

Altre nazioni saranno colpite molto peggio: tra queste l’India, la cui economia si ridurrà di un quarto a causa di un aumento della temperatura di 2,6°C, o l’Australia, che subirà una perdita del 12,5% della produzione, e la Corea del Sud, che perderà quasi un decimo del suo potenziale economico.

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©Swiss Re

Il cambiamento climatico è il rischio numero uno a lungo termine per l’economia globale e rimanere dove siamo non è un’opzione: abbiamo bisogno di maggiori progressi da parte del G7. Ciò significa non solo l’obbligo di ridurre le emissioni di CO2, ma anche aiutare i paesi in via di sviluppo, è estremamente importante, dice Jerome Haegeli, capo economista del gruppo Swiss Re.

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©Swiss Re

In pratica, non fare nulla per il clima, nei prossimi 30 anni, significa condannarsi a patire l’equivalente di due pandemie ogni anno: di fatto, con l’attuale traiettoria, il PIL globale potrebbe essere inferiore dell’11-14% entro la metà del secolo rispetto a un mondo senza cambiamenti climatici. La perdita secondo gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sarebbe significativamente inferiore (circa il 4%), spiegano gli autori.

Per arrivare a questi numeri, la Swiss Re ha integrato le previsioni degli impatti diretti di fenomeni climatici estremi come siccità e alluvioni, che diventerebbero più intensi e frequenti, e gli effetti del riscaldamento globale sulla produttività agricola, sulla salute umana e sullo stress termico.

La crisi climatica sta già devastando le vite dei paesi più poveri, ma le economie più sviluppate del mondo non ne sono immuni. Il governo del Regno Unito ha l’opportunità irripetibile di guidare il mondo verso un pianeta più sicuro e più vivibile per tutti noi, dice Danny Sriskandarajah, amministratore delegato di Oxfam GB.

E, di fatto, tutti i Paesi dovrebbero farsi avanti con impegni più severi sul carbonio al fine di raggiungere gli obiettivi di Parigi di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, e preferibilmente non più di 1,5°C, al di sopra dei livelli preindustriali. Il limite inferiore è sempre più in pericolo, poiché si prevede che le emissioni di gas serra aumenteranno bruscamente quest’anno, del secondo balzo più alto mai registrato, a causa del rimbalzo della recessione di Covid-19 e del crescente uso di carbone.

Fonte: Oxfam e Swiss Re Institute

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