Un ulteriore aumento delle temperature potrebbe aumentare i decessi legati a incidenti stradali, annegamento e suicidio, soprattutto tra i giovani
Il riscaldamento globale provocato dalle attività umane potrebbe aumentare ulteriormente nei prossimi anni, se non agiamo per contenerlo, e questo potrebbe cambiare il modo in cui moriamo.
Fino a oggi, la maggior parte degli studi sugli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute umana, si sono concentrati su come la crisi ambientale potrebbe provocare morti per malattie trasmesse da insetti, patologie cardiache o respiratorie e colpi di calore.
Una nuova ricerca ha invece preso in esame il probabile aumento dei decessi da infortuni di vario tipo, causati da temperature eccessivamente elevate.
Il recente studio ha concluso che un incremento delle temperature di 1,5°C potrebbe causare un aumento di 1603 decessi l’anno solo tra la popolazione americana di 1603, una cifra che salirebbe a 2135 se le temperature aumentassero di 2°C.
Tra le cause maggiori di morte ci sarebbero gli incidenti stradali seguiti da annegamento e suicidio.
Per giungere a questi risultati, pubblicati sulla rivista Nature Medicine, i ricercatori hanno preso in esame i dati disponibili raccolti negli ultimi 38 anni dal governo degli Stati Uniti sulle condizioni meteo e sui decessi per infortuni e incidenti.
Hanno così calcolato il tasso di mortalità per infortuni che si sono verificati nei mesi più caldi e hanno poi effettuato delle previsioni sui probabili decessi per incidenti stradali, annegamenti e altri infortuni, che aumenterebbero di circa l’1% se le temperature dovessero continuare a salire.
I maggiori decessi di verificherebbero tra la popolazione maschile, nei giovani e negli adulti di età compresa tra i 15 e i 64 anni.
Tra le cause più probabili di morte ci sarebbero gli annegamenti, che si registrano in numero maggiore durante i periodi di caldo record perché le persone tendono a stare più tempo e più a lungo in acqua per cercare refrigerio.
Le morti per incidenti stradali potrebbero invece aumentare poiché durante le giornate calde si verifica un incremento del traffico, associato a minore concentrazione alla guida legato alle alte temperature e a un maggiore consumo di alcool.
Un’altra causa di morte legata alla crisi climatica sarebbe poi il suicidio: le persone che si tolgono la vita sembrano infatti essere di più durante i periodi molto caldi, per via di un maggior disagio emotivo associato alle temperature elevate.
I ricercatori hanno sottolineato la necessità di nuove ricerche per valutare in modo più approfondito la relazione tra causa ed effetto e per esaminare in quale modo le condizioni socioeconomiche, infrastrutturali e razziali possano influenzare il rischio di infortuni legato al riscaldamento globale.
La ricerca si è infatti concentrata sulla popolazione americana e sarebbe interessante riproporre lo studio nei paesi in via di sviluppo, più vulnerabili agli effetti della crisi climatica.
Lo studio è comunque interessante perché evidenzia come i cambiamenti climatici influenzino diversi aspetti della nostra esistenza e di come sia importante intervenire sia per contenere il riscaldamento globale sia per rispondere a queste nuove minacce attraverso campagne di sensibilizzazione, servizi di emergenza e di supporto per prevenire i decessi legati all’aumento delle temperature.
Leggi anche:
- Crisi climatica, 11.000 scienziati avvertono: ci aspettano “sofferenze indicibili” se non si agisce subito
- La natura non soddisferà più le esigenze dell’intera popolazione: ecco gli scenari peggiori
- L’innalzamento dei mari cancellerà molte più città di quel che si pensasse: 150 milioni di persone coinvolte