L’area protetta creata nell’arcipelago di Humboldt copre circa 574.000 ettari ed ospita un’abbondanza di risorse ittiche. È un sistema naturale unico ed ora finalmente non dovrà più preoccuparsi delle minacce dei progetti industriali
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che crea ufficialmente l’Area marina protetta costiera multiuso (AMCP-MU) nell’arcipelago di Humboldt, considerata la prima area marina protetta costiera biregionale del Cile.
L’area protetta copre circa 574.000 ettari e si estende da Punta Pájaros nella regione di Atacama a Punta Poroto nella regione di Coquimbo. È rinomata per l’abbondanza di risorse ittiche, con le aree di gestione delle risorse bentoniche che si distinguono come le più produttive del Cile centro-settentrionale.
Ma perché è tanto speciale? Perché si tratta di un sistema naturale unico, in quanto corrisponde a una rotta migratoria per un numero importante di uccelli, un’area di alimentazione e di riposo per una grande diversità di mammiferi marini.
Tra i tanti progetti attivi c’è la conservazione della biodiversità marino-costiera, che funge da importante fulcro di opportunità di sviluppo sostenibile per le comunità locali e la promozione del turismo, della ricreazione e della pesca nell’area.
Negli ultimi anni l’area è stata fortemente minacciata da progetti industriali
Allo stesso tempo diversi studi scientifici condotti nella zona hanno dimostrato che l’area protetta è sede di un fenomeno oceanografico noto come upwelling, di acque profonde, fredde e ricche di nutrienti che fertilizzano le acque superficiali e permettono la crescita del fitoplancton, un microrganismo considerato il punto di partenza della rete trofica degli ecosistemi marini presenti in Cile e nel mondo.
Inoltre, la balenottera azzurra, il pinguino di Humboldt e il chungungo (la cosiddetta lontra felina) sono alcune delle specie emblematiche che popolano la zona, la cui area di conservazione si estende per oltre 5.700 km².
Per tutti questi motivi, si tratta di un enorme passo avanti in termini di conservazione dell’ecosistema nella zona, perché negli ultimi anni l’area è stata esposta alla minaccia di vari progetti industriali che avrebbero potuto avere un forte impatto sull’ambiente marino, come i porti di Andes Iron, della compagnia mineraria Dominga e il porto Cruz Grande di CAP. Minacce che ora, rendendola un’area protetta, sono finalmente scongiurate.
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Fonte: Oceana Chile
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