Cozze al sapor di petrolio. Nell'Adriatico chi ama mangiare questi mitili deve fare i conti anche con i metalli pesanti e gli idrocarburi contenuti in esse. Greenpeace ha appena reso noti i dati sulla contaminazione ambientale delle cozze raccolti intorno alle piattaforme offshore dell'Adriatico e di proprietà di Eni
Cozze al sapor di petrolio. Nell’Adriatico chi ama mangiare questi mitili deve fare i conti anche con i metalli pesanti e gli idrocarburi contenuti in esse. Greenpeace ha appena reso noti i dati sulla contaminazione ambientale delle cozze raccolti intorno alle piattaforme offshore dell’Adriatico e di proprietà di Eni.
L’analisi, prodotta da ISPRA su committenza di Eni, ha rilevato la presenza di sostanze pericolose nelle cozze raccolte su 19 piattaforme attive lungo le coste romagnole. C’è di tutto: mercurio, cadmio, piombo e arsenico, benzene e altri idrocarburi policiclici aromatici.
Qui la tabella Ispra con le piattaforme esaminate e le sostanze rilevate nelle cozze:
Spiega Greenpeace che una parte delle cozze vendute in Italia viene raccolta proprio sui piloni di piattaforme offshore. Per questo l’associazione ha chiesto all’Arpa Emilia Romagna di chiarire quali siano le garanzie esistenti sulle cozze “da piattaforma” immesse in commercio (nel 2014 ne sarebbero stati venduti circa 7 mila quintali).
Da oltre 20 anni, infatti, i mitili presenti sulle piattaforme vengono raccolti da alcune cooperative romagnole di pescatori, fino a coprire il 5 per cento della produzione annuale della Regione Emilia Romagna.
Un quadro davvero allarmante, emerso dal dossier “Trivelle fuorilegge” di Greenpeace in cui, per la prima volta, sono stati resi pubblici i dati ministeriali relativi all’inquinamento generato da oltre 30 trivelle. Secondo quanto rilevato da Greenpeace, le trivelle molto spesso non rispettano i limiti fissati dalla legge.
I risultati mostrano che circa l’82% dei campioni di mitili raccolti nei pressi delle piattaforme presenta valori più alti di cadmio rispetto a quelli misurati nei campioni presenti in letteratura. Altrettanto accade per il selenio (77% circa) e lo zinco (63% circa). Per bario, cromo e arsenico la percentuale di campioni con valori più alti era inferiore (37%, 27% e 18% rispettivamente).
“Ci sono contaminazioni preoccupanti da idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, molte di queste sostanze sono in grado di risalire la catena alimentare fino a raggiungere gli esseri umani. Nei pressi delle piattaforme monitorate si trovano abitualmente sostanze associate a numerose patologie gravi, tra cui il cancro. Una situazione che si ripete di anno in anno. Nonostante questo, non risulta che siano state ritirate licenze, revocate concessioni o che il Ministero abbia preso altre iniziative per tutelare i nostri mari” spiega l’associazione.
Eppure molte delle sostanze che l’Ispra ha rilevato presso le piattaforme di Eni dell’Emilia Romagna sono cancerogene:
“Sostanze come il cadmio e il benzene sono inserite nel gruppo 1 dello IARC (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro delle Nazioni Unite), ovvero tra le sostanze il cui effetto cancerogeno sull’uomo è certo” ha detto Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace.
Dal canto suo, Eni ha assicurato che “a salvaguardia di quest’area marina [quella in cui sono raccolte le cozze] vengono effettuati monitoraggi periodici da parte delle Capitanerie di Porto, delle ARPA competenti, di ISPRA e CNR-ISMAR”.
Intanto, tra meno circa un mese saremo chiamati a votare in occasione del referendum sulle trivellazioni in mare. Votando sì possiamo fare in modo che i permessi già accordati entro le 12 miglia marine dalla costa non vengano ulteriormente prorogati oltre la loro naturale scadenza.
Noi di greenMe.it voteremo Sì, perché non vogliamo più le trivelle nei nostri mari. Per questo la redazione ci ha messo la faccia. E voi? Inviateci le vostre foto e scrivete, come noi: “Io sto con il mare, il 17 aprile voto SI, #notriv”. Facciamoci sentire.
Clicca qui per leggere il report Trivelle fuorilegge
Francesca Mancuso
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