Qual è il costo nascosto degli alimenti di origine animale? Molto più alto di quello che pensiamo, secondo questa indagine europea

Una nuova indagine punta i riflettori sui numeri (sempre più alti) dei consumi e dell'inquinamento connesso all'allevamento degli animali per l'alimentazione umana

L’impatto ambientale dei prodotti alimentari di origine animale è drammaticamente elevato. A confermarlo ancora una volta è una ricerca condotta da Eurogroup for Animals, associazione che si occupa della protezione e del benessere degli animali.

L’indagine, commissionata dall’Impact Institute, prende a modello una precedente indagine, condotta qualche anno fa solo sul territorio italiano dalla LAV.

I numeri raccolti sono sconcertanti: solo nel 2019, nell’Unione Europea, sono stati macellati almeno 8,4 miliardi di animali per il consumo umano – una cifra enorme.

Ma non solo: anche i costi sociali, umani e ambientali associati al sistema alimentare di origine animale dell’UE hanno visto un vertiginoso aumento negli ultimi decenni.

Oltre all’aumento del numero di animali macellati ogni anno, si è assistito a un aumento dei costi legati alla produzione di prodotti di origine animale, cresciuti in conseguenza delle malattie degli animali, dello sfruttamento del suolo, dell’inquinamento, della siccità.

Insomma, un serpente che si morde la coda: la produzione di alimenti di origine animale danneggia l’ambiente e depaupera le risorse naturali, e la distruzione dell’ambiente provoca un aumento dei costi e delle risorse necessari per la produzione di questi alimenti.

Malgrado le cifre snocciolate nel report siano incredibilmente alte, esse sarebbero sottostimate: gli autori dell’indagine non sono stati in grado di quantificare alcuni parametri – come la deforestazione per i pascoli e l’antibiotico-resistenza – che hanno comunque un costo ingente sulla produzione.

La carne rossa è, fra tutti gli alimenti, quello che provoca i danni più consistenti – non solo per l’ambiente, ma anche per la nostra salute.

Dal punto di vista ambientale, alla produzione della carne è associato un enorme consumo di suolo e di acqua (sia per gli animali in sé sia per la produzione dei mangimi)

Per quanto riguarda la salute umana, numerosi studi associano il consumo di carne rossa a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e tumori.

Leggi anche: Il consumo di carne rossa aumenta l’insorgenza di tumori al colon-retto, diabete di tipo 2 e coronopatia

La carne bianca, invece, ha la “maglia nera” per le terribili condizioni di vita degli animali – soprattutto i polli, che vengono stipati a migliaia in gabbie strettissime e che non conoscono la possibilità di muoversi per tutta la loro triste esistenza.

Inoltre, la produzione di carne bianca è associata all’incremento dell’inquinamento atmosferico e dell’uso del suolo (associato alla produzione di mangimi).

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Fonti: LAV / Eurogroup for Animals

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