Costa Concordia. Il raddrizzamento del gigante lungo 300 metri e pesante 114mila tonnellate naufragato sull'isola del Giglio a gennaio del 2012 è un'impresa mai tentata prima. L'operazione, detta in gergo nautico parbuckling, ora ha una data ufficiale: è il prossimo lunedì, 16 Settembre, sempre che le condizioni meteomarine siano ideali
Costa Concordia. Il raddrizzamento del gigante lungo 300 metri e pesante 114mila tonnellate naufragato sull’isola del Giglio a gennaio del 2012 è un’impresa mai tentata prima. L’operazione, detta in gergo nautico “parbuckling”, ora ha una data ufficiale: è il prossimo lunedì, 16 Settembre, sempre che le condizioni meteomarine siano ideali.
Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha tentato di fugare dubbi e polemiche in una conferenza stampa, confermando gli elementi di incertezza e negando l’esistenza di un piano B. I tecnici, ovviamente, hanno studiato il piano nei minimi dettagli, ipotizzando una soluzione per ogni problema che potrebbe presentarsi durante la rotazione. La verità, però, è che la buona riuscita dell’operazione dipenderà dalla Concordia stessa: la struttura resisterà alle sollecitazioni cui sarà sottoposta?
È una domanda da un milione di dollari, a cui nessuno sa ad oggi rispondere. La nave da crociera potrebbe resistere e ritrovarsi in verticale. Ma potrebbe anche spezzarsi, cosa che nessuno spera possa accadere. Per Gabirelli, in verità, si tratta di “un’ipotesi per noi remota“. “Abbiamo ritenuto più probabile – ha spiegato Gabrielli – l’ipotesi di riversamenti di sostanze nelle acque: per questo sono stati predisposti specifici piani per la salvaguardia dell’ambiente“.
Perché il 16 Settembre? È la prima data utile all’interno del periodo valutato come “ottimale” a livello climatico per procedere alla rotazione: “dobbiamo procedere adesso prima che arrivi lo scirocco, il periodo dell’autunno e’ quello ideale. Occorre trovare la giusta finestra temporale, quella climatica, per concludere l’operazione”, ha spiegato Nick Sloane, della Itan-Micoperi, l’armatore che, in collaborazione con la società americana Titan Salvage, ha vinto l’appalto per la rimozione del relitto.
Novità anche sulla destinazione per lo smaltimento: non la Turchia, ma il porto di Piombino. Gabrielli però sottolinea: lo scafo andrà a Piombino “solo se il porto sarà in grado di ricevere la nave, altrimenti insieme a Costa valuteremo soluzioni alternative”.
Testi e foto: Roberta Ragni
Fonte: Agi
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