Sono iniziate le attività operative previste dalla fase di "caretaking", ovvero la pulizia del fondale da materiali e oggetti usciti dalla nave Concordia
Proseguono i lavori dei tecnici Smit Salvage e Neri all’Isola del Giglio ed è ancora corsa contro il tempo. Dopo aver scongiurato la più grande catastrofe ambientale di sempre grazie al successo del , sono iniziate le attività operative previste dalla fase di “caretaking”, ovvero la pulizia del fondale da materiali e oggetti usciti dalla nave Concordia, dopo essersi incagliata quel maledetto 13 gennaio in uno scoglio delle Scole. Lo rende noto la struttura commissariale della Protezione civile, che ha sottolineato il fatto che le condizioni meteo e marine favorevoli hanno agevolato l’inizio delle operazioni.
I tecnici delle società hanno già prelevato una prima parte dei materiali che, in attesa di raggiungere il porto di Talamone per il successivo trasferimento al sito di stoccaggio temporaneo, sono stati caricati all’interno del motopontone Marzocco. Ora le attività proseguiranno, sempre compatibilmente con le condizioni meteo, anche nei prossimi giorni per scongiurare i molteplici pericoli che ancora minacciano il mare dell’Arcipelago Toscano, come ha spiegato Greenpeace nel dossier Toxic Costa.
Ma, mentre almeno parte dell’incubo sembra volgere al termine, per quanto riguarda la rimozione della Costa Concordia, il Commissario delegato, Franco Gabrielli, ha ricordato che entro la metà del mese di aprile verrà scelta la società che sarà incaricata di rimuovere la nave. I progetti, tutti di elevato standard qualitativo, sono improntati alla massima attenzione nel garantire il minor impatto ambientale possibile e salvaguardare così le attività economiche e turistiche dell’Isola del Giglio.
Nel corso della giornata, come avviene quotidianamente, il personale della Capitaneria di Porto verificherà il corretto posizionamento delle panne antinquinamento e di quelle assorbenti, congiuntamente all’ordinaria attività di vigilanza e assistenza in mare, condotta dalle unità navali dalle forze dell’ordine nello specchio d’acqua circostante la Costa Concordia.
Il personale subacqueo della Polizia di Stato, poi, monitorerà il marker posizionato a prua dello scafo, utile a registrare i movimenti della nave, anche se ad oggi non risultano anomalie da segnalare né nei movimenti della Costa Concordia monitorati dagli esperti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, né nei rilevamenti ambientali assicurati da Ispra e Arpat.
Roberta Ragni