Clini e Passera hanno firmato il decreto rotte che sancirà il divieto di effettuare inchini nelle aree marine protette
Costa Concordia. Addio inchini nelle aree protette, vulnerabili o di rilevante pregio paesaggistico. Lo ha assicurato il Ministero dell’Ambiente, che ha messo su carta le proprie intenzioni attraverso il decreto-rotte, firmato ieri da Corrado Clini, e dal Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. Una volta entrato in vigore, i grattacieli galleggianti non potranno più passare vicino alle aree protette a cominciare dalla laguna di Venezia e dal Santuario dei cetacei.
Sarebbe stato meglio che una simile decisione fosse stata presa prima di disastri come quello della Concordia, ma nel nostro Paese la prevenzione non è forse tra le priorità. Ma lungi dal sollevare sterili polemiche, ciò che conta adesso è che il provvedimento che dovrà salvaguardare i nostri mari abbia il vento in poppa. Secondo quanto ha rivelato il Ministero dell’Ambiente in una nota, saranno fissati dei limiti in base alla stazza delle navi. In particolare, viene introdotto un limite di 2 miglia di distanza che le navi superiori alle 500 tonnellate dovranno rispettare in prossimità delle aree protette. In ogni caso, secono il provvedimento, l’Autorità marittima potrà variare il nuovo limite per assicurare l’accesso e l’uscita dai porti e per garantire la sicurezza della navigazione.
In aggiuntà a cio, particolare attenzione verrà riservata al Santuario dei cetacei, che il Ministero definisce “zona di elevata fragilità ambientale“. Qui le navi dovranno adottare sistemi di ritenuta del carico per garantirne la massima tenuta e stabilità, in modo da prevenire e impedire perdite accidentali. Infine, per ciò che concerne la laguna di Venezia, il decreto dispone il divieto di transito nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca per le navi superiori a 40mila tonnellate. Tale divieto sarà attivo per San Marco non appena le autorità marittime avranno individuato vie alternative di transito.
Intanto al Giglio si lavora ancora per scongiurare altri disastri ambientali. Ieri Clini ha incontrato la popolazione dell’isola, fornendo aggiornamenti sullo stato dei lavori e sulla rimozione della carcassa della nave. Spiega Clini: “Una parte degli incubi che avevamo si stanno dissolvendo, il problema molto critico del carburante è in fase di soluzione, abbiamo adottato le misure idonee ad evitare l’inquinamento derivante dai fluidi presenti all’interno della nave”.
E si pensa a come evitare che altre sostanze possano finire in mare: “Il programma per evitare che i fluidi presenti sulla nave possano contaminare il mare è stato messo a punto ed è in corso di realizzazione, stiamo vigilando affinché tutto quello che si fa, avvenga in condizione di sicurezza, al fine di non determinare danni all’ambiente e al patrimonio naturale assolutamente speciale di questo sito, anche perché sappiamo che la gestione sicura di queste operazioni avrà un effetto importante per l’Italia, non solo per l’isola del Giglio“.
Riguardo alla rimozione della Concordia, il Ministro ha accennato alla possibilità di rimuoverla tutta intera con un impatto minore sull’ambiente.
Soddisfatti gli ambientalisti presenti all’incontro. Una delegazione formata da Alessandro Giannì responsabile campagne Greenpeace, Stefano Ciafani e Angelo Gentili vicepresidente Legambiente e segreteria nazionale Legambiente, Rosalba Giugni presidente Marevivo e Carmen Di Penta direttore Marevivo e Gaetano Benedetto direttore politiche ambientali WWF, ha incontrato all’Isola del Giglio il ministro dell’Ambiente.
“Siamo soddisfatti di quanto detto dal ministro Clini – spiegano i rappresentanti delle associazioni ambientaliste -, e adesso serve un impegno preciso per rilanciare il ruolo e i contenuti del Santuario dei Cetacei, affinché diventi un’esperienza concreta di controllo, tutela ambientale e sicurezza dell’area in questione. Il decreto sulle rotte rappresenta un primo passo significativo per iniziare a regolamentare in maniera efficace e sicura il traffico marittimo. Occorre però dargli ancora più sostanza con un interessamento anche delle isole minori che a oggi rimangono escluse dal provvedimento“.
Secondo gli ambientalisti, altrettanto importante è qualificare “il prezioso ruolo della Guardia costiera e degli organi preposti al controllo del mare con maggiori strumenti, anche tecnologici quali il vts“. Segnali positivi anche riguardo alla la rimozione della nave, che appoggiano la decisione di Clini di portarla via intera: “Dopo lo svuotamento dei serbatoi, il relitto della nave non deve essere frammentato perché questo comporterebbe la messa in atto di un cantiere gigantesco che potrebbe paralizzare l’intera isola, con il rischio di inquinare notevolmente il mare. Si deve invece mettere in sicurezza la nave – concludono gliambientalisti – e definire rapidamente un percorso chiaro ed efficace per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi all’interno della stessa, potenziando e stabilizzando anche il servizio anti-inquinamento del Ministero dell’Ambiente”.
Una ulteriore richiesta riguarda la formalizzazione delle aree marine protette: “Chiediamo che venga realizzato al più presto il decreto sulle rotte delle grandi navi – spiegano le associazioni -, che stabilisca la distanza da tenere rispetto alle Aree marine e alle isole minori, con maggiori ed efficaci controlli sulla navigazione. Allo stesso tempo bisogna istituire, concretamente, e non solo sulla carta, il Santuario dei Cetacei e l’Area marina protetta nell’Arcipelago Toscano, almeno là dove è possibile realizzarla. Chiediamo anche che si proceda con l’iter per l’individuazione del nuovo presidente e dei nuovi organismi del Parco dell’Arcipelago Toscano”.
“La firma dei ministri Clini e Passera al decreto interministeriale per le rotte sicure è sicuramente un passo avanti. Finalmente vede la luce una misura prevista da una legge esistente già da dieci anni, con cui vengono proibiti gli avvicinamenti pericolosi delle navi alle coste” hanno aggiunto i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: “Analogamente a quanto previsto dalla nostra proposta di legge, il decreto mette fine all’incosciente pratica dell’inchino sotto costa e alle incursioni delle navi da crociera in molte aree sensibili“.
E del decreto, i due senatori parlano come “una misura di grande importanza per difendere l’integrità di alcune delle aree più pregiate del Mediterraneo, che dopo la tragedia della Concordia non poteva essere più rimandata“.
Francesca Mancuso
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