Una tempesta di sabbia proveniente dal Sahara sta attraversando in queste ore l’Europa occidentale. Gli abitanti del Portogallo sono stati i primi ad aver osservato l’arrivo della nube di sabbia, mentre a breve la coltre di polvere rossastra coprirà anche l’Italia
Una massiccia tempesta di polvere originaria del deserto del Sahara si sta spostando gradualmente sull’Europa. Finora ha raggiunto le Isole Canarie spagnole e la penisola iberica, tingendo i cieli, già nebbiosi, di arancione.
Nelle prossime ore, poi, la tempesta di sabbia “raggiungerà l’Italia e la Grecia nei prossimi giorni”, come afferma il programma satellitare UE Copernicus, che ha pubblicato un’immagine scattata il 22 marzo dal satellite Sentinel-2 sopra il Portogallo.
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Proprio in Portogallo, la Direzione generale della Sanità ha emesso un avviso sulla qualità dell’aria e ha raccomandato di limitare il tempo trascorso all’aperto. In alcune delle zone colpite, la pioggia combinata con la polvere potrebbe causare una “pioggia di fango” di colore arancione.
A #SaharanDust🟨storm has been hovering over Europe since last week
⬇️As visible in this #Sentinel2 image, the dust cloud engulfed the skies over #Portugal🇵🇹 on 22 March
According to @CopernicusECMWF, dust will reach Italy & Greece in the coming days pic.twitter.com/ZKOYPdjueF
— Copernicus EU (@CopernicusEU) March 25, 2024
Cosa sono le tempeste di sabbia?
Si tratta di fenomeni atmosferici che si verificano per la maggior parte nelle regioni aride e semi-aride del globo e prendono origine da forti venti che sollevano grandi quantità di sabbia e polvere. Rimangono, in genere, nella parte più bassa dell’atmosfera, ma può capitare che le particelle più fini vengano sollevate a diversi chilometri di quota e che i venti riescano a trasportarle da un continente all’altro.
Una tempesta di sabbia e di polvere per formarsi necessita di venti dalla velocità minima compresa tra i 55 e i 65 km/h circa e un’umidità relativa dell’aria inferiore al 70%.
Secondo in recentissimo studio la polvere soffiata dalle aride distese del deserto del Sahara viene regolarmente trasportata nel cielo sopra alcune parti d’Europa, con effetti dannosi sulla qualità dell’aria. Ma recentemente si è verificato un aumento di otto volte di queste “intrusioni” di polvere – anche durante i mesi più freddi, quando sono insolite – e il picco di frequenza e intensità ha fatto temere ai ricercatori che stiano diventando sempre più comuni.
Resta inteso in ogni caso il fatto che le particelle infatti possano essere dannose a seconda della loro dimensione. Secondo quanto riferito dal National Geographic, la polvere contenuta nella nube proveniente dal Sahara è composta soprattutto da minuscoli frammenti minerali che un tempo erano rocce.
Generalmente, quando passa sulle Isole Canarie – che si trovano a centinaia di chilometri sottovento dalle sorgenti di polvere nel deserto – la maggior parte della polvere che precipita è formata da particelle di diametro inferiore ai 20 micron, metà di una particella visibile a occhio nudo. Una volta attraversato l’oceano e arrivata ai Caraibi la pioggia di polvere è ancora più fine (meno di 10 micron di diametro) e gran parte dei frammenti sono ancora più piccoli.
Si sa ormai che respirare polveri sottili faccia male ai nostri polmoni (fossili combusti e inquinanti agricoli caricano l’aria di corpuscoli di sostanze nocive). E proprio la polvere può causare danni significativi alla salute delle popolazioni sottovento: le particelle inferiori a 10 μm possono anche entrare nel tratto respiratorio superiore, causando ad esempio polmoniti, asma o altro. Nel caso in cui le particelle più fini riescano a raggiungere anche il tratto respiratorio inferiore, possono entrare nella circolazione sanguigna e danneggiare direttamente organi interni.
C’è dunque da preoccuparsi? Non esattamente. Per lo più, questi fenomeni atmosferici non provocano decessi immediati o gravi condizioni di salute, ma hanno un impatto ambientale e sanitario nel lungo termine. Se poi si considera siano anche quelli collegati alla crisi climatica, il cerchio si chiude.
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