Cosa ha provocato il forte boato avvertito oggi sulla costa toscana (e non era un sisma)

Poco dopo le 16.30 di oggi 20 giugno sulla costa toscana si è sentito un boato alquanto inquietante. Si è subito pensato a un terremoto, ipotesi avanzata sui social anche dal presidente della Regione, Eugenio Giani, ma scartata più o meno subito

Avvertita scossa di terremoto all’Elba. Verifiche in corso”, così di primo acchito si cercava di dare una spiegazione al forte boato che nelle prime ore di oggi pomeriggio ha spaventato moltissime persone, che sono riversate in strada all’Elba, tra Portoferraio e Portoazzurro, a Piombino e in molte zone della Maremma, in Toscana.

Ma, se in un primo momento, si è pensato subito a un terremoto, questa ipotesi è stata poi scartata e smentita dalla Protezione civile regionale.

Dai sismografi e rilevazioni non si tratterebbe al momento di un terremoto.

Sul sito dell’Ingv, infatti, non c’è mai stato nessun sisma rilevato in quella zona. Ciononostante, molte sono state le persone scese in strada all’Elba, a Piombino e in molte zone della Maremma. Allora di cosa si è trattato? Due le ipotesi al momento al vaglio: “bang sonico” oun bolide (meteorite) entrato in contatto con l’atmosfera.

Una prima ipotesi è che il boato possa essere stato provocato da uno o più aerei supersonici a bassissima quota: quando un caccia militare viaggia ad altissima velocità, la rottura del muro del suono provoca un rumore fortissimo, con altrettante vibrazioni a terra.
Infine c’è chi parla anche di meteorite: una comunicazione della stazione sismo acustica installata al campo sportivo di Seccheto, all’Elba, parla di un segnale sismo-acustico legato a un corpo proveniente da Sud, dall’Isola di Montecristo, che viaggiava a 1.440 chilometri orari, quindi sopra il muro del suono.

Il segnale registrato risulta avere un’ampiezza di dieci volte maggiore rispetto agli eventi registrati in precedenza, saturando i sensori infrasonici e producendo un segnale sismico registrato sia all’Elba che sulle stazioni della rete nazionale dell’Ingv, si legge nel comunicato.

Ma alla Protezione civile regionale sono scettici.

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