Dopo l’aborto, la Corte Suprema frena il piano di Biden per tagliare le emissioni

La Corte Suprema degli Usa limita il Presidente Joe Biden anche sulle misure contro la crisi climatica, facendo un regalo alle lobby dei combustibili fossili e allontanando l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050

Un altro duro colpo per gli Stati Uniti e, questa volta, anche per l’ambiente. Dopo la terrificante sentenza che ha stabilito che l’aborto non è un diritto espresso dalla Costituzione, la Corte Suprema ha limitato i poteri della Casa Bianca sul taglio di emissioni inquinanti, spegnendo le speranze di combattere concretamente la crisi climatica nel Paese.

La sentenza della Corte Suprema va a colpire direttamente l’Epa (Agenzia federale per la protezione ambientale), vanificando i suoi sforzi e riducendo il suo raggio d’azione. È stato stabilito, infatti, che l’Agenzia non può fissare i limiti sulle emissioni dalle centrali a carbone.

La causa contro l’Epa era stata intentata da un gruppo di Stati repubblicani, capeggiati dal West Virginia, e da alcune delle maggiori compagnie di carbone della nazione. Schierandosi a loro favore, con una votazione di 6 a 3, viene posto così un freno alla politica del Presidente Joe Biden, a vantaggio delle lobby dei combustibili fossili.

Una grande sconfitta per gli Usa e per l’ambiente

È grande la delusione del Presidente Biden, che l’ha definita una “decisione devastante”. Ma ha già annunciato che non accetterà passivamente questa scelta deleteria.

“Sebbene questa decisione rischi di danneggiare la capacità della nostra nazione di mantenere la nostra aria pulita e combattere i cambiamenti climatici, non cederò a usare le mie autorità legali per proteggere la salute pubblica e affrontare la crisi climatica” ha affermato.

Sulla sentenza anti-ambientalista è intervenuto anche Vickie Patton, consigliere generale dell’Environmental Defense Fund (EDF).

“L’odierna sentenza della Corte Suprema mina l’autorità dell’EPA di proteggere le persone dall’inquinamento climatico in un momento in cui tutte le prove dimostrano che dobbiamo agire con grande urgenza” ha sottolineato.

Dal canto loro i vertici dell’Epa hanno già fatto sapere di avere gli strumenti per tentare di aggirare questo divieto e che farà di tutto per proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente.

Anche se sono profondamente deluso dalla decisione della Corte Suprema, ci impegniamo a utilizzare l’intero ambito delle autorità dell’EPA per proteggere le comunità e ridurre l’inquinamento che sta guidando il cambiamento climatico.

Andremo avanti per fornire certezza e trasparenza al settore energetico, che sosterrà gli sforzi in corso del settore per far crescere la nostra economia dell’energia pulita. – ha commentato l’amministratore dell’EPA Michael S. Regan – In questo momento, in cui gli impatti della crisi climatica stanno diventando sempre più dirompenti, costando miliardi di dollari ogni anno a causa di inondazioni, incendi, siccità e innalzamento del livello del mare e mettendo a repentaglio la sicurezza di milioni di americani, la sentenza della Corte è scoraggiante. L’EPA proseguirà con la definizione e l’attuazione legali di standard ambientali che soddisfano il nostro obbligo di proteggere tutte le persone e tutte le comunità dai danni ambientali.

Ma è difficile credere che queste parole riusciranno a trasformarsi in fatti con facilità. Dopo questa drammatica sentenza, si allontana l’obiettivo della Casa Bianca di azzerare le emissioni inquinanti entro il 2050. È una grande sconfitta per gli Stati Uniti, i suoi abitanti ma soprattutto per il Pianeta.

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Fonti: EPA/BBC

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