Marea nera al largo delle coste della Corsica. Ieri un incidente tra due navi, 14 miglia al largo di Capo Corso, in acque internazionali, ha provocato una fuoriuscita di carburane. Ancora un disastro ambientale a due passi dalle nostre coste e non lontano dal santuario dei Cetacei
Marea nera al largo delle coste della Corsica. Ieri un incidente tra due navi, 14 miglia al largo di Capo Corso, in acque internazionali, ha provocato una fuoriuscita di carburane.
Ancora un disastro ambientale a due passi dalle nostre coste e non lontano dal santuario dei Cetacei. A scontrarsi sono state la motonave Ulisse battente bandiera Tunisina, che trasporta camion e auto e la portacontainer Cls Virginia, di bandiera cipriota. Per fortuna non ci sono stati feriti ma i danni all’ambiente sono evidenti, con una chiazza che si estende per oltre 10 km.
Secondo quanto riportato dalla Guardia Costiera, la collisione ha provocato una fuoriuscita di combustibile di circa 600 metri cubi dalla porta container.
Notizia confermata anche dal Ministero dell’ambiente che si è attivato per supportare la Francia e arginare la marea nera.
Abbiamo inviato 3 nostre navi antinquinamento sul posto della collisione in acque francesi al nord della Corsica. L’obiettivo è recuperare la fuoriuscita stimata di 600 metri cubi di gasolio. Grazie anche a @guardiacostiera che monitora con aereo e mezzi navali. pic.twitter.com/fXagbvWu6u
— Sergio Costa (@SergioCosta_min) 7 ottobre 2018
“I biologi presenti a bordo della unità della Guardia Costiera hanno confermato trattarsi di uno sversamento di fuel oil (olio carburante)” spiega su Facebook la Capitaneria di Porto
Sul posto, per conto del Ministero dell’Ambiente, sono al lavoro tre mezzi antinquinamento della società consortile Castalia, concessionaria del servizio di antinquinamento nazionale, Nos Taurus di Livorno, Bonassola di Genova e Koral da Olbia.
Disposto anche il sorvolo di un aereo ATR42, nell’area interessata, oltre all’invio della Motovedetta CP 409 della Capitaneria di porto di Livorno per contrastare la dispersione del carburante in mare.
È una corsa contro il tempo, per evitare che il carburante possa allargarsi, avvelenando la fauna marina. La zona è particolarmente delicata perché a ridosso sorge il Santuario dei Cetacei, un’area marina protetta in cui vivono 12 specie di mammiferi marini, dalle balenottere ai delfini, dai capodogli ai glogicefali.
È ancora presto per sapere quali sono i danni inflitti all’ambiente dallo sversamento.
L’ennesimo disastro ambientale legato al petrolio e ai suoi derivati.
LEGGI anche:
Francesca Mancuso
Foto: Ansa