Negli Usa, l'Epa sospende le leggi per la tutela dell'ambiente. Le aziende non subiranno alcuna sanzione per l'inquinamento prodotto
In piena emergenza coronavirus, gli Stati Uniti di Trump colgono la palla al balzo e mettono in pausa le leggi per la tutela dell’ambiente. Non siamo noi a dirlo ma l’Agenzia americana per l’ambiente (EPA), che ha annunciato lo stop all’applicazione delle leggi ambientali. In altre parole, le aziende non subiranno alcuna sanzione per l’inquinamento.
Una decisione che sta facendo molto discutere e che viene considerata come una licenza per inquinare aria, acqua e suolo restando impuniti. Gli Usa motivano la sospensione dei controlli come un aiuto per le industrie, che potrebbero avere difficoltà a rispettare alcune prescrizioni per via dell’epidemia da coronavirus.
In realtà, la decisione dell’Epa arriva dopo le pressioni esercitate dall’American petroleum institute. Quest’ultimo aveva invitato il governo americano a sospendere le leggi che richiedono la riparazione di attrezzature che perdono e il monitoraggio dell’inquinamento.
“L’EPA non prevede di chiedere sanzioni per l’inosservanza degli obblighi di monitoraggio e comunicazione di routine derivanti dalla pandemia di COVID-19, ma si aspetta che gli operatori dei sistemi idrici pubblici continuino a garantire la sicurezza delle nostre forniture di acqua potabile” si legge nel comunicato ufficiale.
“L’EPA si impegna a proteggere la salute umana e l’ambiente, ma riconosce che le sfide derivanti dagli sforzi per proteggere i lavoratori e il pubblico da COVID-19 possono influire direttamente sulla capacità delle strutture regolamentate di soddisfare tutti i requisiti normativi federali”, ha aggiunto Andrew Wheeler, amministratore dell’EPA. “Questa politica temporanea è progettata per fornire discrezionalità nell’applicazione delle norme, alle attuali e straordinarie condizioni, garantendo nel contempo che le operazioni delle strutture continuino a proteggere la salute umana e l’ambiente”.
La politica dell’EPA si applicherà retroattivamente a partire dal 13 marzo 2020 e periodicamente l’agenzia ne valuterà la necessità e l’ambito di applicazione.
Per Cynthia Giles, tra i vertici dell’EPA durante l’amministrazione Obama, si tratta di una vera e propria moratoria nazionale sull’applicazione delle leggi ambientali:
“Non sono a conoscenza di alcun caso in cui l’EPA abbia mai rinunciato a questa autorità fondamentale come in questa nota”.
Per questo Giles e altri sostenitori dell’ambiente hanno inviato una lettera ai rappresentanti dell’Agenzia sostenendo che se da una parte può essere “ragionevole in circostanze limitate” allentare determinate misure di attuazione durante la crisi, la rinuncia generale ai requisiti ambientali rappresenta un pericolo per i cittadini americani.
Paura per l’inquinamento atmosferico
A fare destare particolare preoccupazione è l’inquinamento atmosferico emesso dagli impianti industriali, prevalentemente situati nei pressi di comunità in cui vive un gran numero di persone a basso reddito e di colore. Proprio l’inquinamento atmosferico che gli impianti industriali non dovranno più monitorare danneggia il sistema respiratorio e ciò può risultare è particolarmente pericoloso per le popolazioni già a rischio. Esse inoltre hanno un minore accesso alle cure mediche.
Non regolamentare il rilascio di inquinanti atmosferici tossici favorirà un aumento di problemi respiratori e cardiovascolari nel mezzo di una pandemia che può causare insufficienza respiratori. Ciò è irresponsabile dal punto di vista della salute pubblica, sostiene la lettera:
“Non è chiaro il motivo per cui le raffinerie, gli impianti chimici e altre strutture che continuano a funzionare e mantengono i loro i dipendenti nella linea di produzione non avranno più il personale o il tempo necessario per conformarsi leggi ambientali” si legge ancora. “Consentire a un’azienda di rinviare la riparazione di apparecchiature che presentano perdite tossiche di gas nell’atmosfera, come suggerito dall’API, lascia il pubblico esposto a tali inquinanti per periodi di tempo più lunghi, aumentando il rischio di incendi ed esplosioni”.
Inoltre, le regole del Clean Air Act che limitano l’inquinamento atmosferico pericoloso richiedono alle raffinerie di monitorare i livelli di benzene e di intraprendere azioni correttive ogni volta che si superano i 9 microgrammi per metro cubo. I rapporti di monitoraggio rivelano che almeno 10 raffinerie in Illinois, Louisiana, Mississippi, Pennsylvania, New Mexico e Texas hanno superato questa soglia annuale nel quarto trimestre del 2019.
Eliminare questo monitoraggio lascerebbe i lavoratori e le comunità in balia di questi pericoli.
Il ritorno della plastica
Se la decisione dell’Epa da sola bastava, arriva anche un’altra cattiva notizia. Una serie di stati americani avevano vietato la vendita e l’impiego dei sacchetti di plastica monouso ma tale divieto, in vigore dal 22 aprile prossimo, slitterà a data da destinarsi. L’uso delle sporte riutilizzabili infatti è considerato come ulteriore veicolo del virus, a differenza dei sacchetti usa e getta.
Una follia se si pensa che alla base della diffusione del coronavirus vi è anche l’inquinamento e i suoi effetti sull’uomo.
Qui il testo completo del memorandum dell’Epa
Fonti di riferimento: Epa
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