Concessioni balneari, arrivata la decisione del Governo: cosa prevede la riforma

Il Governo ha prorogato le concessioni balneari fino a settembre 2027, risolvendo così la questione che ha visto il nostro Paese sotto procedura d’infrazione

Il Governo ha approvato una nuova riforma sulle concessioni balneari, prorogando le attuali concessioni fino a settembre 2027. Entro giugno dello stesso anno, dovranno essere indette nuove gare per assegnare le concessioni future. Si è accorciata quindi la proroga automatica delle concessioni rispetto alla bozza di ddl su cui il governo era al lavoro, che in alcuni casi poteva andare fino al 2030.

La decisione, frutto di una lunga trattativa tra Roma e Bruxelles, risolve un’annosa questione che ha visto l’Italia sotto procedura d’infrazione per il mancato rispetto delle normative europee. Questo compromesso cerca di bilanciare l’apertura del mercato e le legittime aspettative degli attuali concessionari.

Le concessioni dureranno da un minimo di cinque a un massimo di vent’anni

Tra i principali punti della riforma, chi subentrerà nelle nuove concessioni dovrà garantire l’assunzione dei lavoratori già impiegati nella precedente gestione e provvedere a un indennizzo per i concessionari uscenti. Questo risarcimento sarà calcolato in base al valore degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni e comprenderà i beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati.

Le nuove concessioni avranno una durata variabile, da un minimo di cinque a un massimo di vent’anni, per consentire agli operatori di recuperare gli investimenti fatti. Inoltre sarà previsto un vantaggio nei bandi di gara per chi, nei cinque anni precedenti, ha gestito una concessione balneare come principale fonte di reddito.

Questo decreto, incluso nel più ampio provvedimento “salva infrazioni”, contribuirà alla chiusura di 16 procedure d’infrazione aperte contro l’Italia. La Commissione europea ha accolto positivamente l’accordo, lodando il dialogo costruttivo con le autorità italiane e considerando la riforma conforme alle normative europee.

Nonostante questo passo avanti, la riforma ha generato critiche da parte delle opposizioni, che accusano il governo di posticipare ulteriormente l’apertura del mercato. In parallelo è stato deciso di rimandare l’esame del disegno di legge sulla rete dei carburanti, per il quale saranno necessari ulteriori approfondimenti.

Una misura che non trova concorde Altroconsumo che con Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo, dichiara:

È inaccettabile che il nuovo decreto salva-infrazioni rimandi ancora una volta al 30 settembre 2027 la scadenza delle attuali concessioni, dopo che da decenni si attende una risposta alla questione balneari. Si tratta di un’operazione di forma e non di sostanza, che di fatto non prende reali decisioni e pone anzi le condizioni per trascinare ulteriormente in avanti lo status quo, aumentando anziché diminuire l’incertezza per tutti i soggetti coinvolti, in primis i comuni, oltre ai rischi per il nostro Paese. Non dimentichiamo infatti che su questo tema l’Italia è stata più volte condannata in tutte le sedi e c’è il concreto rischio che anche i nuovi termini di messa a bando delle concessioni non bastino a rispettare i dettami di legge, con conseguente conferma delle sanzioni e nuove opportunità economiche mancate per il Paese.  A pagare continueranno così ad essere soprattutto i cittadini. Da chi ha il compito istituzionale di decidere, ci saremmo aspettati una maggiore assunzione di responsabilità e la capacità di indicare finalmente una direzione chiara e coraggiosa, non più ostaggio degli interessi conservativi di alcune minoranze che finiscono per prevalere su quelli della collettività. Come abbiamo sempre sostenuto, solo una reale e libera concorrenza può portare maggiore innovazione nelle imprese balneari, migliori servizi ai cittadini, più inclusività e tutela dell’ambiente a fronte di prezzi equi. Con questo provvedimento l’Italia perde nuovamente tempo e un’importante occasione, ponendo una seria ipoteca sul futuro di questo fondamentale settore.

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Fonte: Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 93

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