Ombrelloni gialli uno di fianco all'altro che insieme a striscioni e cartelli hanno formato un enorme messaggio di 1.500 metri quadrati contro il nucleare. Ieri il lido di Venezia è stato trasformato da Greenpeace in una grande spiaggia-banner per dire no all'energia atomica che in Italia rappresenterebbe un rischio anche per il turismo.
Ombrelloni gialli uno di fianco all’altro che insieme a striscioni e cartelli hanno formato un enorme messaggio di 1.500 metri quadrati contro il nucleare. Ieri il lido di Venezia è stato trasformato da Greenpeace in una grande “spiaggia-banner” per dire no all’energia atomica che in Italia rappresenterebbe un rischio anche per il turismo.
Per questo gli attivisti hanno consegnato un messaggio anti-nucleare al Governatore della Regione Veneto Luca Zaia che durante la campagna elettorale si era schierato contro dichiarando che nella sua regione il nucleare non sarebbe mai passato. E allora perché continuano a circolare le ipotesi di una centralicentrale nucleare Enel a Chioggia, in provincia di Rovigo?
Anche perché con questa azione si è voluto sottolineare come il nucleare sia una minaccia ulteriore per la laguna veneta che sprofonda in media di 3 cm l’anno ed è la zona d’Italia più esposta ai cambiamenti climatici.
Non esiste un rinascimento nucleare ma solo un tentativo di far sopravvivere con fondi pubblici un settore in quei Paesi che ce l’hanno. In Italia il nucleare non c’è da 20 anni – continua Giannì – è soltanto una bufala che impedisce una decisa virata della nostra economia verso fonti di energia pulita. Dobbiamo svincolarci con urgenza da fonti energetiche pericolose, come petrolio, carbone e nucleare, anche per risolvere l’emergenza climatica che incombe su noi tutti».
Il Governatore Zaia dopo il blitz sulla spiaggia di Venezia ha accolto la richiesta di incontrare gli attivisti confermando la sua ferma opposizione a localizzare le centrali in Veneto e dimostrandosi anche molto interessato ad approfondire il tema tanto da chiedere ulteriore documentazione a Greenpeace.
Simona Falasca