Sono 51 le aree idonee in Italia a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti nucleari, ma quali dovrebbero essere i comuni interessati dal piano (che ha sollevato un nuovo polverone di polemiche)?
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Se ne discute ormai da anni, ma solo adesso il piano del deposito nazionale delle scorie nucleari sta iniziando a prendere davvero forma. La scorsa settimana, infatti, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha svelato quali sono le aree considerate idonee per ospitare i rifiuti radioattivi. In totale quelle presenti nell’elenco realizzato da Sogin – società pubblica che si occuperà della creazione e gestione dell’impianto – sono 51, sparse in 6 Regioni italiane.
Al momento Sogin gestisce circa 16.000 metri cubi di rifiuti radioattivi provenienti da centrali nucleari dismesse, industri e centri di ricerca. Questi e gli altri prodotti in futuro – per ora in depositi temporanei – saranno, dunque, trasferiti a lungo termine nei punti considerati idonei. Non sono mancate, però, le reazioni contrarie al progetto, che potrebbe ancora subire cambiamenti (dato che altri comuni non presenti nella proposta della Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive possono ancora presentare la loro autocandidatura).
A far sentire la loro voce di dissenso sono stati soprattutto i sindaci della Puglia e della Basilicata, Regioni in cui si concentrano 15 siti idonei. Il fronte del no monta pure in Sicilia, dove nel Trapanese cittadini e istituzioni sono pronti ad opporsi. Anche in Sardegna si è sollevato un polverone di polemiche e il Consiglio regionale ha convocato per il 21 dicembre gli Stati generali per la propria contrarietà.
Ma la Regione in cui, almeno secondo l’attuale piano, saranno stoccati il maggior numero di scorie nucleari è il Lazio, che conta ben 21 aree “papabili”. Quali sono, dunque, i comuni interessati che potrebbero ospitare questi scarti radioattivi? Vediamo nel dettaglio di quali si tratta.
Lazio
I 21 siti del Lazio si concentrano tutti in provincia di Viterbo e si trovano nei seguenti comuni: Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano.
Piemonte
In Piemonte, invece, le 5 zone rientrano nella provincia di Alessandria: Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato
Sardegna
La Sardegna dovrebbe ospitare i rifiuti nucleari fra la provincia di Oristano e quella di Sud Sardegna, nei seguenti comuni: Albagiara, Assolo, Usellus, Mandas, Siurgius Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila
Puglia e Basilicata
Nelle due Regioni del Sud sono stati individuati quindici siti, fra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni di Altamura, Laterza e Gravina, con una appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania.
Sicilia
Infine, le aree della Sicilia idonee ad ospitare i rifiuti radioattivi si trovano nel Trapanese, a Calatafimi-Segesta e Trapani.
Ecco di seguito l’elenco completo con tutte le aree:
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Fonte: MASE
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