Commercio illegale di legname ed esaurimento delle risorse idriche: l’Ue allunga la lista dei reati ambientali e prevede pene fino a 10 anni di carcere

Il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva di aggiornamento sui reati ambientali, che dovrà essere recepita dalle legislazioni nazionali entro due anni. Si allunga la lista dei reati punibili, che include il commercio illegale di legname e l’esaurimento delle risorse idriche, e previste pene fino a 10 anni di carcere

Estrazione dell’acqua, inquinamento delle navi, diffusione di specie esotiche invasive e distruzione dell’ozono: sui crimini ambientali, la quarta attività criminale più grande a livello mondiale (ed è una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata insieme alla droga, alle armi e al traffico di esseri umani), arriva la stretta dell’Unione europea.

Il Parlamento europeo ha infatti approvato in via definitiva la direttiva europea sui crimini ambientali, che contiene nuovi illeciti, a cominciare dalla definizione di ecocidio, un inasprimento delle sanzioni, maggiori tutele per chi denuncia anche un maggiore impegno a facilitare l’accesso alla giustizia per le associazioni.

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Persone e rappresentanti di imprese rischiano fino a 8 anni di reclusione, che arrivano a 10 se si causa la morte di qualcuno, oltre al pagamento dei danni e il ripristino dell’ambiente.

Il nuovo testo

La nuova direttiva dovrà essere recepita dagli Stati membri Ue entro i prossimi due anni e prevede nuove tipologie di reati.

Contiene infatti un elenco aggiornato di reati penali tra cui:

  • il commercio illegale di legname
  • l’esaurimento delle risorse idriche
  • gravi violazioni della legislazione Ue sui prodotti chimici
  • l’inquinamento causato dalle navi

I deputati hanno inoltre inserito i cosiddetti reati qualificati, come gli incendi boschivi su larga scala o l’inquinamento diffuso dell’aria, dell’acqua e del suolo, che portano alla distruzione di un ecosistema ed è quindi paragonabile all’ecocidio.

Le pene e le sanzioni

I reati ambientali commessi da privati ​​ed esponenti di imprese saranno punibili con la reclusione a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. I reati qualificati saranno puniti con otto anni, quelli che causano la morte di una persona con dieci anni di reclusione e gli altri reati con la reclusione fino a cinque anni.

A tutti i trasgressori verrebbe anche chiesto di ripristinare l’ambiente danneggiato e di risarcirlo. Per le aziende le sanzioni arriveranno al 3 o al 5% del fatturato annuo mondiale o in alternativa a 24 o 40 milioni di euro a seconda della natura del reato. Gli Stati membri potranno decidere se perseguire i reati penali che non hanno avuto luogo sul loro territorio.

Infine, i 27 Stati membri potranno decidere se perseguire o meno i reati commessi al di fuori del loro territorio. Una norma contenuta nella nuova legge UE sui crimini ambientali dovrebbe infine facilitare l’istruzione di processi e l’accertamento dei reati: l’UE ha rafforzato le protezioni per i whistleblowers, gli informatori che denunciano i reati ambientali.

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