Come possiamo salvare l’ambiente, se la COP28 è tutta organizzata dalle lobby fossili?

Due professionisti delle pubbliche relazioni della compagnia petrolifera nazionale elencati come fornitori di “supporto” alla squadra che gestisce il vertice sul clima delle Nazioni Unite. La conferma della presenza ingombrante delle compagnie fossili nel vertice sul clima

Che ci fossero di mezzo le compagnie petrolifere era ormai assodato, non fosse altro che a presiedere la prossima Conferenza delle parti – ospitata negli Emirati Arabi Uniti nel 2023 all’Expo City Dubai – sarà un sultano che è ad oggi ministro dell’Industria e delle Tecnologie e soprattutto Amministratore delegato della compagnia petrolifera di Stato nella nazione mediorientale, la Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC).

E proprio in forza alla ADNOC sono tali Philip Robinson e Paloma Berenguer, entrambi con una esperienza quasi trentennale nel settore dei fossili ed entrambi con un passato di lavoro nella Shell. Sono loro i due esperti di PR entrati a far parte del team della presidenza della COP28.

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Nello specifico, secondo un documento sulla strategia di comunicazione della COP28 ottenuto dal Center for Climate Reporting (CCR) e dal The Guardian, quei due professionisti delle pubbliche relazioni della Compagnia petrolifera sono identificati come fornitori di “supporto aggiuntivo” al team che gestisce il vertice.

Da quando, a gennaio, l’Amministratore delegato di ADNOC, Sultan Al Jaber, tra l’altro inviato speciale per il cambiamento climatico negli Emirati Arabi Uniti, fu annunciato come presidente della COP28, tantissimi report hanno sollevato preoccupazioni sui legami tra il sultano e tutta l’organizzazione. Ma il team della COP28 avrebbe di contro sempre affermato che ci sono “chiare linee guida di governance per garantire che il team potesse operare in modo completamente indipendente da qualsiasi altra entità”.

Ma stentiamo fortemente a crederci.

È del tutto inappropriato che lo staff di Adnoc si occupi di PR per Cop28 – dice Pascoe Sabido, un ricercatore del Corporate Observatory Europe che co-coordina la coalizione Kick Big Polluters Out. Secondo lui i risultati dimostrano chiaramente gli stretti legami tra la compagnia petrolifera e il team del vertice.

All’inizio di quest’anno, CCR e il Guardian avevano già rivelato che diversi membri dello staff di ADNOC avevano assunto ruoli importanti al vertice. Ora, i due dirigenti delle comunicazioni di ADNOC nominati nel documento trapelato – Philip Robinson e Paloma Berenguer – hanno complessivamente 28 anni di esperienza nel settore dei combustibili fossili, secondo i loro account LinkedIn. Ed entrambi hanno lavorato in precedenza per Shell prima di unirsi ad Adnoc.

Il documento mostra tutta la strategia di pubbliche relazioni del team della COP28 e i principali punti di discussione per Al Jaber e i membri senior del team, che parteciperanno all’assemblea generale delle Nazioni Unite. L’incontro alle Nazioni Unite “darà il tono, informerà l’agenda sul clima e plasmerà la narrativa sul clima in vista della Cop28”, afferma il documento.

Mercoledì, parlando alle Nazioni Unite, Al Jaber avrebbe ribadito che una “eliminazione graduale” dei combustibili fossili è inevitabile ed essenziale.

Le azioni intraprese sono terribilmente brevi – dice il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Per avere la possibilità di limitare l’aumento della temperatura globale, dobbiamo eliminare gradualmente petrolio, carbone e gas in modo giusto ed equo.

Quel che è vero, purtroppo, è che il piano di comunicazione trapelato non fa menzione alcuna di una riduzione o eliminazione graduale dei combustibili fossili. Si concentra invece sulla messaggistica per “accelerare la transizione energetica” aumentando la capacità globale di energie rinnovabili, riducendo le emissioni delle industrie inquinanti e fornendo finanziamenti per investimenti verdi.

La presidenza della Cop28 ha costantemente affermato che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è inevitabile, come parte di una transizione energetica giusta e ordinata, e deve andare di pari passo con una rapida introduzione di alternative a zero emissioni di carbonio”, ha detto un portavoce della Cop28. Questa posizione è stata ribadita in sede di Nazioni Unite.

ADNOC, intanto, non risponde alle richieste di commento. Come possiamo salvarci, insomma, se le lobby fossili mirano, ovviamente, a mantenere vivo il loro core business? Il sultano e ADNOC saranno i principali protagnosti di una Conferenza delle parti che già si preannuncia disastrosa. Ma non facciamo finta che si tratti solo di Al Jaber.

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Fonti: The Guardian / Corporate Observatory Europe

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