I collassi degli ecosistemi globali potrebbero verificarsi molto prima di quanto si pensi

Senza dubbio, il paesaggio del nostro Pianeta sta cambiando. Il ghiaccio marino artico si sta sciogliendo, le foreste pluviali vengono rase al suolo per l'agricoltura, i deserti si stanno espandendo e i prati stanno comparendo in luoghi che sono stati coperti di neve per migliaia di anni. In alcune parti del mondo, i punti critici sono già stati superati e in altri il pericolo che ciò accada potrebbe arrivare prima di quanto si possa pensare

Gli ecosistemi della Terra rischiano di superare il punto di non ritorno prima di quanto sinora previsto. Più di 20 tipi di ecosistemi hanno già sperimentato “cambi di regime” e oltre il 20%, inclusa la foresta pluviale amazzonica, sono sull’orlo del precipizio.

Un nuovo studio condotto da scienziati britannici mostra come questi punti di non ritorno possano aumentare e avanzare. Secondo la ricerca “Earlier collapse of Anthropocene ecosystems driven by multiple faster and noisier drivers”, pubblicata su Nature Sustainability ci sono infatti “segnali che gli ecosistemi si stanno degradando anche più rapidamente di quanto si pensasse in precedenza”.

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Ciò significa che un collasso dell’ecosistema che in precedenza ci saremmo aspettati di evitare fino alla fine di questo secolo, potrebbe verificarsi nei prossimi decenni. La crescita della popolazione umana, l’aumento della domanda economica e le concentrazioni di gas serra esercitano pressioni sugli ecosistemi e sui paesaggi per fornire cibo e mantenere servizi chiave come l’acqua pulita. Anche il numero di eventi climatici estremi è in aumento e non farà che peggiorare.

In tutto il mondo, le foreste pluviali stanno diventando savana o terreni agricoli, la savana si sta prosciugando e si sta trasformando in deserto e la tundra ghiacciata si sta sciogliendo. In effetti, gli studi scientifici hanno ora registrato “cambi di regime” come questi in più di 20 diversi tipi di ecosistema in cui sono stati superati i punti di non ritorno. In tutto il mondo, oltre il 20% degli ecosistemi rischia di collassare o trasformarsi in qualcosa di diverso, dicono su The Conversation gli autori Willcock, Dearing e Cooper.

Quanto tempo prima di un collasso?

Nella nostra nuova ricerca, volevamo avere un’idea della quantità di stress che gli ecosistemi possono sopportare prima di collassare. Lo abbiamo fatto utilizzando modelli: programmi per computer che simulano come funzionerà un ecosistema in futuro e come reagirà ai cambiamenti delle circostanze.

ecosistemi

©Nature Sustainability

La caratteristica chiave di ogni modello è la presenza di meccanismi di feedback, che aiutano a mantenere il sistema equilibrato e stabile quando le sollecitazioni sono sufficientemente deboli da essere assorbite. Ad esempio, i pescatori del lago Chilika tendono a preferire la cattura di pesci adulti mentre lo stock di pesce è abbondante. Finché rimangono abbastanza adulti per riprodursi, questo può essere stabile.

I ricercatori hanno utilizzato un software per modellare più di 70mila diverse simulazioni e dicono che “in tutti e 4 i modelli, le combinazioni di stress ed eventi estremi hanno anticipato tra il 30% e l’80% la data di un punto di non ritorno previsto“.

Questo significa che un ecosistema destinato a collassare negli anni ’90 del 2000 a causa dell’aumento di un’unica fonte di stress, come le temperature globali, potrebbe, nel peggiore dei casi, collassare negli anni ’30 del 2000, una volta che si tiene conto di altri problemi come precipitazioni estreme, inquinamento o un improvviso picco nell’utilizzo delle risorse naturali.

E’ importante sottolineare che nelle nostre simulazioni circa il 15% dei collassi ecosistemici si è verificato a seguito di nuovi stress o eventi estremi, mentre lo stress principale è stato mantenuto costante. In altre parole, anche se crediamo di gestire gli ecosistemi in modo sostenibile mantenendo costanti i principali livelli di stress – ad esempio regolando le catture di pesce – è meglio che non ci siano nuovi stress ed eventi estremi.

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Fonti: Nature Sustainability / The Conversation

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