Nel nostro Paese l'inquinamento ha raggiunto livelli angoscianti. La Pianura Padana non respira: in grandi città come Milano e Torino quest'anno la presenza di polveri sottili ha già abbondantemente superato i limiti previsti dall'OMS
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In Italia si respira aria nociva, anzi avvelenata. È allerta smog per ben 13 grandi città del nostro Paese: a restituire questo scenario drammatico è l’edizione autunnale di “Mal’aria 2022″, il report realizzato dall’associazione Legambiente. Nelle aree della Pianura Padana la situazione è davvero critica. Milano, Torino e Padova sono in codice rosso, visto che hanno già superato i limiti previsti dall’OMS per le polveri sottili PM10.
Non va molto meglio per Roma, Bergamo, Parma e Bologna, in codice giallo. I dati del monitoraggio, condotto su 13 comuni italiani, ci sbattono in faccia un’amara verità: nel nostro Paese l’emergenza smog è sempre più cronica.
Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili – sottolinea Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. – Il preoccupante immobilismo della politica italiana davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico veicolare, ci è costata già una condanna da parte della corte di Giustizia europea. Dopo anni di richiami nessun governo è stato in grado di mettere in atto misure credibili per sanare un problema gravissimo, che ha causato più vittime della pandemia nell’anno 2020 e 2021.
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I livelli di PM10 superati abbondantemente a Torino, Padova e Milano
A destare grande preoccupazione è l’inquinamento da polveri sottili PM10, il cui limite previsto dall’OMS (di 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo) è stato ampiamente superato già da 3 delle 13 città – Torino, Milano e Padova – che si trovano quindi già fuori dai limiti di legge rispettivamente, rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento.
Situazione da codice giallo per Parma (25 sforamenti), Bergamo e Roma (23) e Bologna (17) che hanno già consumato nei primi 6 mesi dell’anno la metà dei giorni di sforamento a disposizione; situazione da tenere sotto controllo per Palermo e Prato (15 sforamenti), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che sono già in doppia cifra.
Se gli sforamenti sono la fase acuta e sono dunque un primo campanello di allarme, le medie annuali fin qui registrate non possono comunque essere sottovalutate. – si legge nel report –Rappresentano infatti un “malessere generale” che si potrebbe acutizzare con la stagione autunnale.
Nessuna città infatti rispetta al momento il valore suggerito dall’OMS per la tutela della salute per quanto riguarda il PM10 (15 microgrammi/metro cubo), per il PM2.5 (5 microgrammi/ metro cubo) e per l’NO2 (10 microgrammi/metro cubo). Nonostante il periodo primaverile ed estivo appena trascorso siano serviti a mitigare la morsa dello smog nelle principali città, le condizioni di partenza in previsione della stagione più difficile non sono affatto buone.
Per quanto riguarda il PM10 le città analizzate hanno una media annuale in corso eccedente il valore OMS che oscilla dal +36% di Perugia, passando per città come Prato (+50%), Firenze (+52%), Bari (+53%), Bologna (+58), Roma (+65%), Catania (+75%), Parma (+84%), Bergamo e Palermo (+87%), fino ad arrivare al +121% di Torino e Milano (+122%).
Situazione critica per il PM2.5: +340% a Bergamo e +300% a Milano
Lo scenario è ancor più allarmante se si prende in considerazione l’inquinamento da polveri sottili PM2.5, specialmente in città del Nord come Milano e Bologna.
Lo costamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma fino al +340% di Bergamo e Torino, passando per Bari (+150%), Catania e
Firenze (+160%), Bologna (+200%), Milano (+300%). Situazione da codice rosso anche per l’NO2 (biossido di azoto) dove l’eccedenza dei valori media registrati rispetto al valore suggerito dall’OMS varia tra il +97% di Parma fino al +253% di Genova o il +257% di Milano.
Nella seguente tabella sono riportati i valori di inquinamento città per città:
In Italia record di morti a causa dell’inquinamento
Lo smog non ha soltanto effetti deleteri sull’ambiente. Rappresenta un killer silenzioso che miete più vittime in Italia che nel resto del Vecchio Continente. Secondo le ultime stime dell’EEA (Agenzia europea ambiente), infatti, addirittura 17% dei morti per inquinamento in Europa è infatti italiano (uno su 6).
Al fine di tutelare la salute dei cittadini e proteggere gli ecosistemi, l’UE ha fissato gli obiettivi per la neutralità climatica entro il 2050 (il Piano d’azione “Verso Emissioni Zero”) con la proposta intermedia di ridurre le emissioni di gas serra del 55% (rispetto al 2005) entro il 2030. Ma il nostro Paese è ancora ben lontano da questi ambiziosi traguardi.
L’Italia deve accelerare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti urbani che sono la principale causa d’inquinamento nelle nostre città. – sottolinea a tal proposito Legambiente – Fondamentale sarà dunque l’integrazione tra le strategie europee, nazionali e regionali.
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Fonte: Mal’aria – edizione autunnale (Legambiente)
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