La seconda più grande falda del mondo potrebbe diventare privata, secondo i piani di Coca-Cola e Nestlè che stanno spingendo per prendere possesso della falda di Guarani in Brasile.
La seconda più grande falda del mondo potrebbe diventare privata, secondo i piani di Coca-Cola e Nestlé che stanno spingendo per prendere possesso della falda di Guarani in Brasile.
Un nome legato a quello del popolo indigeno che popola l’area. Si tratta della seconda più grande falda acquifera del mondo e si affaccia su vari paesi tra cui Brasile, Paraguay, Uruguay e Argentina e potrebbe presto cadere sotto controllo aziendale privato.
Secondo Correio do Brasil, già dallo scorso anno ci sono stati svariati incontri tra le multinazionali e i rappresentanti del governo brasiliano per avviare il processo formale di privatizzazione, che potrebbe garantire alle società il controllo della falda per oltre 100 anni con diritti esclusivi.
Gli attivisti e le comunità locali però temono che la privatizzazione possa comportare una mancanza di responsabilità e un processo decisionale orientato al profitto. Va da sé che ciò potrebbe compromettere la salute a lungo termine della falda acquifera e delle popolazioni che dipendono da essa.
Con una superficie pari a 1,2 milioni di kmq la falda acquifera Guarani è una preziosa riserva d’acqua dolce.
Nestlé e Coca Cola insieme a AB Inbev, Dow e PepsiCo, appartengono al 2030 Water Resources Group (2030WRG), organizzazione che si descrive come “collaborazione unica tra pubblico-privato e società civile”. Tuttavia, i gruppi che difendono i diritti idrici hanno identificato il 2030WRG come l’agente che farebbe mettere le mani su ciò che storicamente è stato un servizio pubblico.
Secondogli ultimi aggiornamenti, i colloqui per la privatizzazione della falda dei Guarani hanno già raggiunto uno stadio avanzato. Per i colossi mondiali come la Coca-Cola e la Nestlé, l’estrazione e la vendita di acqua potabile è particolarmente vantaggiosa.
La ricchezza idrica del Brasile è stata a lungo una fonte di profitto per le industrie del paese, che si occupano di prodotti come carne, biocarburanti, riso e petrolio e gas estratti attraverso la fratturazione idraulica. Tuttavia, la deregolamentazione del controllo pubblico sull’uso della terra e la gestione delle risorse ha portato al saccheggio sfrenato delle risorse idriche, a un forte inquinamento e a scontri nelle terre in cui si trovano gli indigeni.
Non solo Brasile. Un terzo della Falda Guaraniana si trova oltre i confini del Brasile, ma anche i governi della vicina Argentina e del Paraguay hanno acconsentito a concedere concessioni di 100 anni alle aziende che desiderano sfruttare la falda acquifera, con il solo governo dell’Uguguay che si rifiutato di farlo.
Ma Coca-Cola e Nestle smentiscono questa storia: “Nestlé non ha interesse a privatizzare il ritiro dell’acqua dalla falda del Guarani”, afferma il marchio. La compagnia non ha contattato il governo brasiliano a riguardo né ne ha discusso. Anche Coca-Cola nega ogni negoziazione: “Coca-Cola Brasile non sta negoziando con il governo federale una concessione esplorativa per la falda di Guarani. Come azienda produttrice di bevande, consideriamo l’acqua una risorsa fondamentale per la vita e lo sviluppo sano di ecosistemi, comunità, imprese, agricoltura e commercio. “
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Staremo a vedere. Al momento l’unica certezza è che effettivamente il governo brasiliano ha lanciato nel 2016 un progetto per rivedere il modello di concessioni del paese e questo vasto programma non include la falda di Guarani. Ci auguriamo che sia al sicuro.