Uragani sempre più violenti, “bisogna aggiungere la categoria 6” (l’allarme dei climatologi)

Dal momento che le temperature aumentano e gli oceani immagazzinano sempre più potenziale per le tempeste, un nuovo studio propone di adattare la scala che misura l’intensità degli uragani per tenere conto anche di quelli più potenti e devastanti

Una scala che va da 1 a 5 evidentemente non basta più: gli uragani hanno una potenza sempre maggiore. La Saffir-Simpson Windscale che a ad oggi contempla uragani che vanno dalla categoria 1 (velocità del vento pari o superiori a 119 chilometri orari) alla categoria 5 (che comprende venti pari o superiori ai 252 chilometri all’ora.), appunto, dovrebbe ormai tener contro dell’aumento delle temperature oceaniche che portano a tempeste sempre più intense.

È quanto emerge dallo studio “The growing inadequacy of an open-ended Saffir–Simpson hurricane wind scale in a warming world” pubblicato su PNAS e che suggerisce di aggiungere una categoria 6, che comprenderebbe tempeste con velocità del vento superiore ai 308 Km/h.

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La nuova scala, in buona sostanza, limiterebbe le tempeste di categoria 5 a 192 mph e qualsiasi cosa al di sopra di 192 mph diventerebbe un uragano di categoria 6.

Uragani, tempeste tropicali e tifoni sono essenzialmente lo stesso fenomeno meteorologico; la loro differenza di nome è puramente geografica: le tempeste nell’Oceano Atlantico settentrionale e nell’Oceano Pacifico nordorientale sono chiamate uragani, gli eventi nell’Oceano Pacifico nordoccidentale sono chiamati tifoni e gli eventi nel Pacifico meridionale e nell’Oceano Indiano sono chiamati cicloni tropicali, spiegano i climatologi Michael Wehner del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab) e James Kossin della First Street Foundation e dello Space Science and Engineering Center dell’università del Wisconsin–Madison.

uragani

@PNAS

Lo studio

Poiché, dunque, il cambiamento climatico porta all’aumento delle temperature oceaniche, la potenziale intensità del vento degli uragani è in aumento: infatti, dei 197 cicloni tropicali in tutto il mondo che hanno raggiunto lo status di categoria 5 tra il 1980 e il 2021, cinque hanno superato l’ipotetica soglia di categoria 6, ha rilevato lo studio. Tutti e cinque si sono verificati a partire dal 2013, compreso l’uragano Patricia del 2015, che ha colpito il Messico, e il super tifone Haiyan, che ha devastato le Filippine nel 2013.

In ogni caso, di aggiungere una categoria 6 alla scala se ne parla da anni. Anche la scala Saffir-Simpson, in uso dall’inizio degli anni ’70, presenta dei limiti in quanto è solo una scala del vento e non include gli impatti delle mareggiate e delle inondazioni indotte dalla pioggia, che possono essere le più letali e dannose.

I ricercatori hanno analizzato simulazioni per capire come il riscaldamento climatico avrà un impatto sull’aumento di intensità degli uragani e hanno dimostrato che:

Con 2 gradi Celsius di riscaldamento globale al di sopra dei livelli preindustriali, il rischio di tempeste di categoria 6 aumenta fino al 50% vicino alle Filippine e raddoppia nel Golfo del Messico e che il rischio più elevato di queste tempeste si trova nel sud-est asiatico, Filippine e Golfo del Messico.

Man mano che il Pianeta si riscalda, insomma, gli impatti degli uragani diventano via via più pericolosi. L’innalzamento del livello del mare anche di pochi centimetri può fare una differenza drammatica nella distanza che possono percorrere le tempeste nell’entroterra e un clima più caldo significa anche che ci sarà più vapore acqueo disponibile nell’atmosfera che potenzialmente cadrà sotto forma di pioggia.

Proporre cambiamenti su questa scala, conclude la ricerca, aiuta ad aumentare la consapevolezza dei rischi del vento derivante dalle tempeste.

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