Trombe d’aria, alberi abbattuti e tetti volanti, i nubifragi in Lombardia mostrano l’altra faccia apocalittica del clima che cambia

Forti raffiche di vento, temporali e trombe d'aria: che sta avvenendo in Pianura Padana non è semplice "maltempo": è la conseguenza lampante della grave crisi climatica, con cui dobbiamo abituarci a convivere

Sono immagini spaventose quelle che arrivano da diverse città della Lombardia, flagellata da intensi temporali, dopo giornate di caldo infernale: enormi alberi abbattuti dalle forti raffiche di vento, tetti di abitazioni scoperchiate e auto distrutte. Cremona, Mantova e Pavia sono state messe in ginocchio da un’ondata anomala di maltempo.

Scene quasi apocalittiche che si stanno verificando in piena estate. Soltanto in queste tre città sono state circa 200 gli interventi dei Vigili del Fuoco nella giornata di ieri.

A Cremona si è formata persino una grossa tromba d’aria, che ha provocato numerosi danni e spazzato via il tetto di un’abitazione di via Bergamo e i rami degli alberi, finiti poi sulle macchine che si trovavano in strada.

Diversi i disagi anche alla circolazione dei mezzi: a causa dei temporali è stata interrotta temporaneamente la linea ferroviaria fra Cremona e Parma. Proprio in queste ore i tecnici stanno lavorando per riattivare il servizio dei trasporti. Nel frattempo il sindaco di Cremona ha annunciato che chiederà l’attivazione dello stato di calamità:

Il peggio sembra passato, ma il maltempo proseguirà ancora nelle prossime ore, specialmente nell’area orientale della Lombardia. Per oggi, infatti, è stata confermata l’allerta gialla diramata dalla Protezione civile per rischio temporali.

 

allerta gialla lombardia

©Dipartimento Protezione Civile

Non va meglio in Emilia-Romagna, colpita da intense piogge e raffiche di vento fino a i 90 km/h che hanno causato danni e blackout in vari comuni, in particolare a Parma e Bologna. A rimetterci la vita anche un uomo, schiacciato dal peso del muro di una stalla, abbattuto dalla furia di una tromba d’aria. La tragedia si è consumata in un’azienda agricola di Besenzone, in provincia di Piacenza.

Non chiamiamolo semplicemente “maltempo”: è l’ennesimo campanello d’allarme degli stravolgimenti climatici

In Pianura Padana il clima sembra essere impazzito. Si è passati dal caldo asfissiante e dall’assenza di piogge a violenti nubifragi e trombe d’aria. Maltempo? No, chiamare così questo fenomeno sarebbe riduttivo e fuorviante.

Ciò che stiamo vedendo è il campanello d’allarme (l’ennesimo!) della crisi climatica in atto, che in questo periodo ci sta facendo vivere sulla nostra pelle le sue conseguenze più catastrofiche: ondate di calore record, siccità, scioglimento dei ghiacciai (la tragedia avvenuta sulla Marmolada ne è un esempio lampante) e gli improvvisi temporali accompagnati dalle trombe d’aria, che sono sempre più frequenti nel nostro Paese. E purtroppo potrebbe essere solo l’antifona di un futuro ben più oscuro.

Di anno in anno, infatti, la situazione sta peggiorando e gli eventi meteorologici estremi sono destinati ad aumentare. Secondo i dati pubblicati lo scorso anno dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente, dal  1° novembre del 2010 al 1° novembre del 2021 si sono registrati 1.118 eventi meteorologici estremi (+17,2% rispetto al precedente monitoraggio) e i comuni investiti da questi fenomeni sono stati 602 comuni, ben 95 in più rispetto allo scorso anno, mentre il bilancio è di 261 vittime. Crescono gli allagamenti, i danni provocati da trombe d’aria e dai periodi prolungati da siccità, ma anche le frane e le grandinate estreme.

Nel rapporto 2021 di Legambiente sono state individuate 14 aree del Paese dove si ripetono con maggiore intensità e frequenza alluvioni, trombe d’aria e ondate di calore.

Si tratta di grandi aree urbane e di territori costieri dove la cronaca degli episodi di maltempo e dei danni è senza soluzione di continuità e per questo dovrebbe portare a un’attenzione prioritaria da parte delle politiche. – spiega l’associazione ambientalista – Ad intere città come Roma, Bari, Milano, Genova e Palermo, vanno aggiunti territori colpiti da eventi estremi ripetutamente e negli stessi luoghi.

Aree come la costa romagnola e nord delle Marche, con 42 casi, della Sicilia orientale e della costa agrigentina con 38 e 37 eventi estremi. In queste ultime due aree sono stati numerosi i record registrati nel corso del 2021: a Siracusa l’11 agosto, si è raggiunto il record europeo di 48,8 °C, nel catanese e siracusano in 48 ore si è registrata una quantità di pioggia pari ad un terzo di quella annuale. Inoltre, proprio questa parte dell’isola è stata teatro di devastazione a seguito del medicane Apollo. Colpita anche l’area metropolitana di Napoli dove si sono verificati 31 eventi estremi, mentre, tra gli altri territori, ci sono il Ponente ligure e la provincia di Cuneo, con 28 casi in tutto, il Salento, con 18 eventi di cui 12 casi di danni da trombe d’aria, la costa nord Toscana (17 eventi), il nord della Sardegna (12) ed il sud dell’isola con 9 casi.

In poche parole ci tocca prepararci ad eventi catastrofici sempre più ricorrenti, facendoci trovare pronti a gestire queste emergenze, che diventeranno la nostra nuova “normalità”.

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Fonti: Dipartimento Protezione Civile /Vigili del Fuoco/Gianluca Galimberti Sindaco di Cremona (Facebook)

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