Ti racconto come si vive con l’ondata di calore più forte che la Spagna abbia mai sperimentato nel mese di giugno

Solo ieri abbiamo diffuso la notizia dell’ondata di caldo estremo che sta interessando la Spagna e la Francia meridionale. Calore, afa e siccità che rendono complicata la vita. Ci ha raggiunti una nostra lettrice: "usciamo di casa solo al calare del sole"

Caldo torrido al di fuori di ogni ragione, a giugno poi è tanto inverosimile quanto terribilmente reale. Lo abbiamo detto poche ore fa: il caldo estremo sta infuocando letteralmente la Spagna e parte della Francia, dove si registrano temperature che normalmente si avrebbero nei mesi di luglio o agosto. Segno di una crisi climatica evidente che non può più essere ignorata.

A raccontarci di come si vive in questi giorni nella penisola iberica è Miriam, una nostra lettrice che è nella provincia di Siviglia da tre anni. Qui in Spagna le temperature di inizio giugno sono le più calde mai registrate in almeno 20 anni, con 40°C registrati durante il fine settimana a Siviglia e nella vicina Cordova, 42°C nella valle della Guadiana in Estremadura e 43°C in altre parti della Spagna meridionale.

Stiamo affrontando temperature insolitamente elevate per giugno – aveva detto ieri un portavoce dell’Aemet, l’ufficio meteorologico statale, aggiungendo che l’ultimo episodio è stato il terzo più anticipato mai registrato e il primo ad arrivare così presto dal 1981.

Un fenomeno che, anche se con pochi gradi di scarto, sta interessando anche noi, dove l’anticiclone nord africano sta dominando la scena determinando un caldo eccezionalmente intenso.

Il racconto di Miriam

Vivo in provincia di Siviglia, praticamente al centro dell’attuale ondata di calore ed è vera una cosa: non che chi vive in zona Siviglia non sia abituato a temperature che sfiorano abbondantemente i 40°, ma ciò non accade nel mese di giugno!

Così si presenta Miriam, che teme per la bolletta di fine mese vista l’elettricità che sta consumando. Anche perché, racconta, le sue figlie le dicono che spesso salta la luce durante le lezioni a scuola, probabilmente per il sovrasfruttamento delle centrale dovuto ai condizionatori.

Sicuramente il caldo sopra i 40° è molto più gestibile quando le scuole sono già chiuse, ma – nel caso dell’Andalusia – avremo scuola fino al 24 giugno e si farà orario normale (9-14) fino all’ultimo giorno, anche se, per esempio, Extremadura ha adottato un orario ridotto (9-12). Questo vuol dire che i bambini dopo scuola tornano a casa e potrebbero uscire a prendere aria solo intorno alle 10 di sera (verso quell’ora tramonta il sole), ma essendoci scuola l’indomani, se non si ha una piscina o un parente con piscina, si rimane in casa con l’aria condizionata o il ventilatore acceso h 24.

Inutile dire che nelle ore pomeridiane le strade sono totalmente deserte così come i bar sono vuoti, cosa alquanto anomala in questa parte della Spagna.

Se si scende a Siviglia per strada si vedono solo i turisti, che sfidano il collasso a suon di bottigliette d’acqua congelate pagate fino a 5€ per un mezzo litro – continua Miriam. La gente del posto si incontra, al massimo, nei supermercati dei centri commerciali.
Praticamente, chi può vive al calar del sole, soprattutto perché anche le temperature notturne non scendono dai 25° da diversi giorni e di notte si dorme poco.

Le alte temperature hanno anticipato la stagione degli incendi e i raccolti si stanno bruciando. Io, che faccio la maestra in un orto scolastico ho visto andare in malora il “raccolto” dei bambini in meno di una settimana, nonostante le cure.

Non so quanto è effettivamente disastrosa la situazione dei bacini idrici, ci stiamo preparando psicologicamente per eventuali tagli dell’acqua (l’Andalusia ha già da tempo una situazione catastrofica in merito).

La cosa peggiore è respirare: l’aria dell’esterno è calda più del fumo di sigaretta quando si aspira. Non è una cosa piacevole.

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