Diciamoci la verità: se potessimo, la terremmo accesa h24. Perché l’aria condizionata è una di quelle cose che abbiamo e che ci appaiono scontate. Ma come fanno in quelle parti del mondo in cui, invece, nemmeno l’accesso a un condizionatore è poi così semplice?
È la provocazione che arriva da un articolo uscito su Scientific American, che pone un quesito che sembra campato in aria e quasi ha dell’inverosimile: ci sono miliardi di persone che avrebbero bisogno dell’aria condizionata per sopravvivere in questo caldo infernale. Per cui, quello che una volta era un bene di lusso, potrebbe essere considerato un diritto umano?
Le ondate di caldo record che stanno investendo anche l’Asia meridionale, minacciando centinaia di milioni di persone con temperature mortali, rendono di fatto necessario l’uso dell’aria condizionata. Questa tecnologia vecchia di 120 anni era considerata un lusso, ma nell’era del cambiamento climatico è una necessità per la sopravvivenza umana. Come fare per garantirla a chiunque?
È questo l’assunto posto in essere da Rose M.Mutiso e Joacob Kincer dell’Energy for Growth Hub e di Morgan D. Brazilian e Brooke Bowser del Payne Institute for Public Policy della Colorado School of Mines. L’esempio a sostegno di questa ipotesi è proprio quello dei tropici: la ondate di calore durano più a lungo e hanno effetti devastanti. In Asia Meridionale si sono registrare temperature infernali e molte persone sono morte in India e Pakistan per la maggiore ondata di calore mai registrata.
Conclusione: Dobbiamo accettare il fatto che un raffreddamento adeguato è un bisogno umano urgente in un clima caldo.
Il quadro generale
Due miliardi sono più o meno gli impianti di aria condizionata ad oggi in uso, la maggior parte dei quali è – nemmeno a dirlo – concentrata nei Paesi ricchi del Nord America e dell’Asia orientale (l’Europa è terza in classifica). Nelle regioni più calde del mondo, invece, solo il 12% delle famiglie ha aria condizionata.
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, si aggiungeranno 4miliardi di condizionatori entro il 2050. Ciò vuol dire che, se è vero come è vero che il mercato sarà fondamentalmente trainato dalla domanda nelle economie emergenti come l’India e l’Indonesia, se qui verranno utilizzati modelli inefficienti, questi Paesi avranno bisogno di molta più elettricità. In India, il raffrescamento degli edifici potrebbe rappresentare fino al 44% del carico di punta entro il 2050: se questa energia sarà fornita da combustibili fossili, avrà un impatto significativo sulle emissioni globali di gas serra.
Ed è così che, soprattutto nell’emisfero sud l’aria condizionata, considerata fino a poco tempo fa un lusso, nell’era del cambiamento climatico sta diventando necessaria per sopravvivere. Per questo motivo, secondo l’articolo di Scientific American “Il condizionamento dell’aria dovrebbe essere un diritto umano nella crisi climatica”, i miliardi di persone che avranno bisogno dell’aria condizionata per sopravvivere renderanno quello che una volta era considerato un lusso un “diritto umano”.
Non solo, secondo i calcoli entro il 2050, le zone aride potrebbero coprire tra il 50 e il 60% del Pianeta.
Dobbiamo accettare il fatto che il raffreddamento sia un bisogno umano urgente, tornando alle conclusioni degli autori dell’articolo di Scientific American.
Ma, l’articolo insiste anche sulla necessità, politica prima e tecnologica poi, migliorino l’efficienza del raffreddamento.
Il nostro scenario di raffreddamento efficiente mostra che politiche efficaci possono raddoppiare l’efficienza media e ridurre la domanda di energia di raffreddamento del 45% rispetto allo scenario di riferimento, scrive l’Agenzia internazionale dell’energia.
Implicazioni climatiche di “un mondo invaso dai condizionatori d’aria” ce ne sono eccome, ma per gli autori si presenta “un’opportunità per esplorare tecnologie di raffreddamento più ecologiche, più efficienti dal punto di vista energetico, grazie anche all’uso di energia rinnovabile, e che utilizzano refrigeranti con un minore impatto climatico”.
Ma quando e in che misura sarà mai possibile?
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Fonte: Scientific American
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