Le attività antropiche stanno riscaldando sempre più la nostra atmosfera, creando delle aree di "eccesso di calore" che alimentano i fenomeni climatici estremi
Trombe d’aria e chicchi di grandine grossi come albicocche in piena estate, ma anche temperature al di sopra di ogni record e siccità che fa paura: è la fotografia della crisi climatica che stiamo vivendo – una crisi pericolosa e dalle conseguenze imprevedibili (ma non certamente positive) per il nostro prossimo futuro.
Secondo un nuovo studio realizzato dal National Center of Atmospheric Research (NCAR) degli Stati Uniti, per misurare e prevedere gli effetti della crisi climatica dobbiamo guardare allo squilibrio di energia sulla Terra. Ma cosa significa esattamente?
Sappiamo che il Pianeta si sta riscaldando sempre di più per effetto delle attività umane che rilasciano in atmosfera anidride carbonica e altri gas serra. Il riscaldamento globale si manifesta in diversi modi – uno fra questi (ma non l’unico) è l’aumento della temperatura superficiale media globale (GMST).
Come dimostrato dall’immagine qui sotto, lo scorso anno è stato valutato come il sesto anno più caldo mai registrato prima. C’è da dire, comunque, che gli otto anni più caldi di sempre si sono registrati tutti in temi recentissimi, a partire dal 2013:
I ricercatori hanno messo a punto una sorta di “inventario” completo di tutte le varie fonti di calore in eccesso sulla Terra. Hanno poi incrociato i dati relativi ai cambiamenti energetici dell’atmosfera, dell’oceano, della terra e del ghiaccio registrati fra gli anni 2000 e 2019 con i mutamenti nella parte superiore dell’atmosfera.
Lo squilibrio energetico netto viene calcolato osservando quanto calore viene assorbito dal Sole e quanto è in grado di irradiarsi nello spazio – spiega il professor Trenberth, autore dello studio. – Non è ancora possibile misurare direttamente lo squilibrio, l’unico modo pratico per stimarlo è attraverso un inventario delle variazioni di energia.
Comprendere da dove proviene il surplus di energia e dove questa energia in eccesso viene ridistribuita all’interno del sistema Terra è molto importante per affrontare la crisi climatica che stiamo vivendo: ormai non basta più conoscere i dati relativi all’aumento della temperatura superficiale media sul Pianeta, poiché questo è solo uno dei tanti aspetti del fenomeno.
Lo squilibrio energetico è ciò che ha effetto diretto sui sistemi meteorologici, aumentando direttamente il numero o l’intensità di eventi meteorologici definiti “estremi” – alluvioni, inondazioni, uragani, siccità, ondate di calore e incendi (come quelli che stiamo vivendo in queste settimane).
Questi eventi meteo eccezionali provocano spostamenti di energia, che si irradia nello spazio. Questo porta all’aumento della temperatura a livello globale. Ma non solo: gli scienziati hanno stimato che il 93% circa del calore in eccesso finisce negli oceani della Terra, provocando l’aumento della loro temperatura generale, lo scioglimento dei ghiacciai (e il conseguente aumento del livello dei mari), la distruzione degli ecosistemi marini.
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Fonte: Environmental Research Climate
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