Sportswashing a tutto gas: l’industria dei combustibili fossili investe 5,6 miliardi di dollari nello sport

Un nuovo rapporto del New Weather Institute rivela che le principali compagnie di combustibili fossili stiano investendo miliardi di dollari in sponsorizzazioni sportive, cercando di ripulire la propria immagine e nascondere il loro impatto sul cambiamento climatico

Mentre il mondo dello sport celebra trionfi atletici e storie di successo, un’ombra si allunga sul futuro del settore: l’industria dei combustibili fossili. Il nuovo rapporto del New Weather Institute, “Dirty Money – How Fossil Fuel Sponsors are Polluting Sport”, ha rivelato che le compagnie petrolifere stanno investendo almeno 5,6 miliardi di dollari in sponsorizzazioni sportive a livello globale, in quello che viene definito “sportswashing“.

Calcio, sport motoristici, rugby, golf: pochi sport di alto profilo sono immuni dal flusso di denaro proveniente dall’industria petrolifera e del gas. Aramco, con un investimento di 1,3 miliardi di dollari, guida la classifica degli sponsor, seguita da Shell (470 milioni di dollari), TotalEnergies (340 milioni di dollari) e il gigante petrolchimico Ineos (777 milioni di dollari).

Ma questa strategia di “pulizia d’immagine” ha un prezzo elevato. Come sottolinea il rapporto, queste stesse aziende sono responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra che alimentano il cambiamento climatico, un fenomeno che minaccia il futuro stesso dello sport. Ondate di calore, inondazioni e tempeste stanno già causando la cancellazione di eventi sportivi e mettendo a repentaglio la salute degli atleti.

Le dichiarazioni 

“È sconfortante vedere che il calcio è in testa alla classifica della vergogna per quanto riguarda la sponsorizzazione dei combustibili fossili”, afferma Craig Foster, ex capitano della nazionale australiana di calcio. “Per troppo tempo sono state ignorate le domande scomode riguardanti gli sponsor del petrolio e del gas che stanno minando il nostro futuro sicuro e quello dello sport.”

Anche Morten Thorsby, giocatore del Genoa e della nazionale norvegese, si unisce al coro di voci critiche: “È paradossale che queste compagnie petrolifere e del gas spendano miliardi di dollari per sponsorizzare lo sport, mentre uccidono il futuro dello sport e il futuro dei giovani giocatori a causa del cambiamento climatico.”

“Le compagnie petrolifere stanno usando il vecchio libro dei giochi di Big Tobacco e cercano di farsi passare per mecenati dello sport”, afferma Andrew Simms, co-direttore del New Weather Institute. “Ma l’inquinamento atmosferico da combustibili fossili e le condizioni climatiche estreme di un mondo che si sta riscaldando minacciano il futuro stesso degli atleti, dei tifosi e degli eventi”.

Il rapporto evidenzia inoltre come gli investimenti in più rapida crescita provengano dai petrostati del Medio Oriente, evidenziando un legame sempre più stretto tra sport e interessi geopolitici.

Un appello alla responsabilità

Il rapporto del New Weather Institute giunge a pochi giorni dal Summit del Futuro delle Nazioni Unite, del 22 e 23 settembre, durante il quale il Segretario Generale António Guterres chiederà agli inserzionisti di porre fine alle alleanze con il settore del petrolio e del gas.

È un appello alla responsabilità che riguarda tutti, dalle organizzazioni sportive agli atleti, fino ai tifosi. Lo sport ha il potere di ispirare e unire miliardi di persone in tutto il mondo. Ora più che mai, è fondamentale che questo potere venga utilizzato per promuovere un futuro sostenibile, libero dai combustibili fossili.

Anche in Italia, il fenomeno dello “sportswashing” è presente. Eni ha recentemente sostituito TIM come title sponsor del campionato di Serie A, suscitando critiche da parte di Greenpeace Italia. L’associazione ambientalista ha denunciato la strategia di Eni di “sponsorizzare le manifestazioni sportive, canore e culturali più seguite per ripulirsi l’immagine e sviare l’attenzione dalle sue gravi responsabilità nella crisi climatica”.

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