“Siamo entrati nell’era dell’ebollizione”: questo mese è stato il più caldo mai registrato negli ultimi 120mila anni

Mentre il Governo Meloni riscrive il PNRR tagliando di fatto una serie di interventi a favore dell'ambiente, dal dissesto idrogeologico all’efficientamento energetico dei Comuni, dall’ONU si comincia a parlare di “ebollizione globale”, a coronamento di una fine luglio che “abbatterà ogni tipo di record climatico”

È ancora possibile evitare il peggio del cambiamento climatico, ma solo con una #ClimateAction immediata e drammatica”, così il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres lancia il suo accorato appello ai Governi: basta esitazioni, basta scusa, bisogna agire.

E lo dice proponendo un termine più forte e che renda meglio di “riscaldamento”.

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L’era del riscaldamento globale è finita – ha detto – ora è giunto il momento dell’era dell’ebollizione globale. Il cambiamento climatico è qui. È terrificante. E questo è solo l’inizio.

E a lui fa eco il segretario generale del WMO Petteri Taalas:

Gli estremi climatici sperimentati da milioni di persone nel mese di luglio sono solo la dura realtà del cambiamento climatico, un’anteprima di ciò che il futuro ci riserva.

Questo mese di luglio è stato infatti già dichiarato dalle Nazioni Unite come il più caldo mai registrato: i dati raccolti dall’Organizzazione meteorologica mondiale dall’osservatorio europeo dell’agenzia Ue Copernicus sono già sufficienti per affermarlo.

Cosa dicono dall’ONU

Secondo i dati ERA5 del Copernicus Climate Change Service (C3S), le prime tre settimane di luglio sono state le più calde mai registrate e il mese è sulla buona strada per essere il luglio più caldo e il mese più caldo mai registrato. Le elevate temperature sono state correlate alle ondate di caldo in gran parte del Nord America, dell’Asia e dell’Europa, che insieme agli incendi in Paesi come il Canada e la Grecia, hanno avuto un impatto importante sulla salute delle persone, sull’ambiente e sull’economia.

Non dobbiamo aspettare la fine del mese per saperlo. A meno di una mini-era glaciale nei prossimi giorni, il luglio 2023 frantumerà i record su tutta la linea, ha affermato Guterres.

Tutto ciò è del tutto coerente con previsioni e avvertimenti ripetuti. L’unica sorpresa è la velocità del cambiamento, ha affermato ancora.

Il 6 luglio, la temperatura media globale media giornaliera dell’aria superficiale ha superato il record stabilito nell’agosto 2016, diventando così il giorno più caldo mai registrato, con il 5 luglio e il 7 luglio poco indietro. Le prime tre settimane di luglio sono state le tre settimane più calde mai registrate. La temperatura media globale ha temporaneamente superato la soglia di 1,5° Celsius al di sopra del livello preindustriale durante la prima e la terza settimana del mese. Da maggio, la temperatura media globale della superficie marina è stata ben al di sopra dei valori precedentemente osservati per il periodo dell’anno.

temperature globali

©WMO

Secondo i dati ERA5, il precedente luglio e il mese più caldo mai registrato è stato luglio 2019. I dati ERA5 completi per luglio saranno disponibili e pubblicati da C3S nel loro prossimo bollettino mensile dell’8 agosto.

L’WMO, infine, prevede che esista una probabilità del 98% che almeno uno dei prossimi cinque anni sarà il più caldo mai registrato e una probabilità del 66% di superare temporaneamente 1,5°C al di sopra della media 1850-1900 per almeno uno dei cinque anni.

Ciò non significa che supereremo permanentemente il livello di 1,5°C specificato nell’accordo di Parigi che si riferisce al riscaldamento a lungo termine per molti anni.

Intanto in Italia…

Intanto qui da noi il Governo Meloni riscrive il PNRR e lo fa tramite una serie di tagli la maggior parte dei quali coinvolge i Comuni. In una tabella intitolata “elenco di misure da eliminare dal PNRR” sono compresi:

  • interventi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni (6 miliardi di euro)
  • interventi per la rigenerazione urbana (3,3 miliardi di euro)
  • piani integrati (2,49 miliardi)
  • misure per la gestione del rischio alluvione e per la riduzione del dissesto idrogeologico (1,2 miliardi)
  • utilizzo dell’idrogeno per la riqualificazione dell’Ilva di Taranto (1 miliardo)
  • potenziamento dei servizi e infrastrutture sociali di comunità per le aree interne (724 milioni)
  • promozione degli impianti energetici innovativi (675 milioni)
  • valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni)
  • tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (110 milioni)

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Fonte: WMO

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