La rotazione terrestre in fase di rallentamento, presto avremo un secondo in meno: quali conseguenze?

Come il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacciai influenzano la rotazione della Terra e la misurazione del Tempo Coordinato Universale (UTC), con previsioni che indicano l'introduzione di un secondo intercalare negativo entro il 2029

Il fenomeno del cambiamento climatico, comunemente associato allo scioglimento dei ghiacciai, porta con sé implicazioni meno note ma di rilevante importanza che interessano la geometria e la dinamica rotazionale del nostro pianeta, influenzando direttamente la misurazione del tempo a livello globale. Le modifiche nella distribuzione della massa terrestre, dovute alla riduzione dei ghiacci polari, stanno infatti alterando la forma della Terra e rallentando la sua velocità di rotazione sull’asse, con ripercussioni significative sul Tempo Coordinato Universale (UTC), il riferimento principale per la definizione dei fusi orari mondiali.

Una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature dall’illustre Duncan Carr Agnew, professore presso l’Università della California a San Diego, ha messo in luce come il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e Antartide stiano effettivamente rallentando la velocità angolare della Terra. Questa lenta ma inesorabile decelerazione ha portato gli scienziati a considerare per la prima volta l’introduzione di un “secondo intercalare negativo”, ovvero la sottrazione di un secondo anziché l’aggiunta, un’operazione precedentemente prevista per il 2026 ma ora posticipata al 2029 a causa di queste dinamiche climatiche.

Secondo Massimo Frezzotti, glaciologo e docente presso l’Università Roma Tre, pur essendo i cambiamenti globali minimi, sono sufficientemente significativi da influenzare la rotazione terrestre. Dal 1972, l’UTC ha subito aggiustamenti periodici, aggiungendo in totale 27 secondi intercalari per allineare il tempo atomico con il tempo astronomico terrestre, con l’ultima aggiunta effettuata nel 2016.

Quali conseguenze?

Gli orologi atomici, basandosi sulle vibrazioni degli atomi di cesio, forniscono una misurazione del tempo estremamente precisa, fino ai miliardesimi di secondo. Tuttavia, questa precisione mette in luce le irregolarità nel movimento di rotazione terrestre, come quelle indotte dalle maree, evidenziando la variabilità quotidiana nella velocità di rotazione e sottolineando la necessità di aggiustare periodicamente l’UTC introducendo il secondo intercalare.

La previsione di dover rimuovere un secondo intercalare solleva questioni inedite e potenzialmente problematiche per i sistemi di navigazione satellitare e i computer. La precisione nell’UTC è fondamentale per il funzionamento di sistemi di navigazione satellitare come il GPS, i cui segnali sono basati su un’accuratissima sincronizzazione temporale. Un cambiamento, anche di un solo secondo, può avere ripercussioni sulla determinazione delle posizioni geografiche, con potenziali impatti su trasporti, telecomunicazioni e operazioni di soccorso.

Analogamente, le reti informatiche, che utilizzano protocolli di sincronizzazione temporale per la sicurezza e l’efficienza delle comunicazioni, potrebbero richiedere aggiornamenti e adattamenti tecnici per gestire le variazioni nell’UTC. Anche i mercati finanziari globali, che dipendono dalla precisione millimetrica nel timing delle transazioni, potrebbero incontrare sfide significative nel loro funzionamento quotidiano.

Sebbene meno immediatamente evidenti, le variazioni nella rotazione terrestre possono influenzare anche i modelli climatici e gli ecosistemi. La distribuzione e la durata della luce solare, per esempio, possono subire modifiche sottili ma significative che influenzano i cicli di vita delle piante e degli animali, potenzialmente alterando gli equilibri ecologici esistenti.

La ricerca di Agnew, facendo uso di modelli matematici per esaminare l’effetto delle variazioni dei moti terrestri sui sistemi di misurazione del tempo, proietta un futuro in cui il cambiamento climatico continuerà a influenzare in modo sempre più evidente la nostra percezione e misurazione del tempo.

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Fonte: Nature

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