Mantenere il riscaldamento globale entro 1.5°C è ancora possibile grazie alle tecnologie energetiche pulite, lo studio dell’IEA

Possiamo ancora salvare il Pianeta, ma dobbiamo fare presto: l’aggiornamento della Net Zero Roadmap dell’International Energy Agency (IEA) mostra come lo sviluppo rapido delle tecnologie pulite può davvero essere determinante per il raggiungimento degli obbiettivi dell’Accordo di Parigi, in particolare sul riscaldamento globale entro 1.5°C

Possiamo ancora contenere il riscaldamento globale entro 1.5°C: come mostra l’aggiornamento della Net Zero Roadmap dell’International Energy Agency (IEA), il rapido sviluppo delle tecnologie energetiche pulite può davvero essere determinante per il raggiungimento degli obbiettivi dell’Accordo di Parigi, ma dobbiamo fare presto.

La nuova Roadmap dell’IEA definisce un percorso per mantenere fattibile l’obiettivo di 1,5°C, aggiornando quanto riportato nel 2021. Quest’ultima versione incorpora i cambiamenti significativi avvenuti nel panorama energetico negli ultimi due anni, tra cui la ripresa economica post-pandemia e la straordinaria crescita di alcune tecnologie energetiche pulite, ma anche i maggiori investimenti nei combustibili fossili.

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Ma non basta.

Nella Roadmap aggiornata di quest’anno la capacità globale di energia rinnovabile triplica entro il 2030 – scrivono gli esperti dell’IEA – Nel frattempo, il tasso annuale di miglioramento dell’efficienza energetica raddoppia, le vendite di veicoli elettrici e pompe di calore aumentano notevolmente e le emissioni di metano del settore energetico diminuiscono del 75%. Queste strategie, basate su tecnologie collaudate e spesso economicamente vantaggiose per ridurre le emissioni, insieme forniscono oltre l’80% delle riduzioni necessarie entro la fine del decennio

Serve una forte cooperazione internazionale.

Mantenere vivo l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede che il mondo si unisca rapidamente. La buona notizia è che sappiamo cosa dobbiamo fare e come farlo. La nostra tabella di marcia Net Zero 2023, basata sui dati e sulle analisi più recenti, mostra un percorso da seguire- spiega Fatih Birol Executive Director dell’IEA – Ma abbiamo anche un messaggio molto chiaro: una forte cooperazione internazionale è fondamentale per il successo. I governi devono separare il clima dalla geopolitica, data la portata della sfida a portata di mano

Il percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette per il settore energetico globale è ipotizzato entro il 2050, ma riconosce l’importanza di promuovere una transizione equa che tenga conto delle diverse circostanze nazionali. In particolare le economie avanzate raggiungono lo zero netto prima per concedere più tempo alle economie emergenti e in via di sviluppo. Inoltre è necessario garantire il pieno accesso alle moderne forme di energia per tutti entro il 2030 attraverso investimenti annuali di quasi 43 miliardi di euro all’anno.

Nello scenario aggiornato un enorme aumento della capacità di energia pulita guidato dalle politiche ridurrà la domanda di combustibili fossili del 25% entro il 2030, riducendo al contempo le emissioni del 35% rispetto al massimo storico registrato nel 2022.

Entro il 2050, la domanda di combustibili fossili scende dell’80%. Di conseguenza, non sono necessari nuovi progetti upstream di petrolio e gas a lungo termine. In generale, se si vogliono evitare picchi dannosi dei prezzi o eccessi di offerta, è fondamentale l’aumento degli investimenti nell’energia pulita e il declino degli investimenti nell’offerta di combustibili fossili.

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©IEA

Fondamentale allo stesso scopo che si consolidino catene di approvvigionamento più resilienti e diversificate per le tecnologie energetiche pulite ma anche che queste restino “aperte”, dati il ritmo e la portata dello sviluppo dell’energia pulita che sono richiesti per questa sfida globale.

Il limite resta la questione cooperazione internazionale: il rapporto avverte infatti che l’incapacità di muoversi davvero tutti insieme creerebbe ulteriori rischi climatici e renderebbe il raggiungimento dell’obiettivo di 1,5° C dipendente dal massiccio dispiegamento di tecnologie di rimozione del carbonio, ormai ampiamente utilizzate.

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Ma questo rischierebbe di far intraprendere una strada nella direzione opposta.

Rimuovere il carbonio dall’atmosfera è molto costoso. Dobbiamo fare tutto il possibile per smettere di produrlo lì, in primo luogo – spiega ancora Birol – Il percorso verso 1,5°C si è ristretto negli ultimi due anni, ma le tecnologie energetiche pulite lo stanno mantenendo aperto. Con lo slancio internazionale che sta crescendo dietro obiettivi globali chiave come triplicare la capacità rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030, che insieme porterebbero a un calo più forte della domanda di combustibili fossili in questo decennio, il vertice sul clima COP28 di Dubai è un’opportunità vitale per impegnarsi verso ambizioni più forti. e l’attuazione negli anni rimanenti di questo decennio critico

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Certo che una Conferenza sul clima negli Emirati Arabi qualche perplessità la suscita però.

Il report è consultabile a questo link.

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Fonte: IEA

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