Riparte finalmente in Senato l’iter della Legge quadro sul clima

Presentato nei giorni scorsi al Senato il disegno di legge quadro sul clima in Italia promosso da diverse associazioni ambientaliste per ottenere in Italia una legislazione sul clima

Sapevate che in Italia manca del tutto una Legge quadro sul clima che individui un percorso, degli strumenti e soprattutto una governance per le politiche climatiche nazionali? Il nostro, infatti, è uno dei pochi Paesi europei a non avere un quadro normativo simile. Cosa che le associazioni ambientaliste chiedono da anni.

Già dalla scorsa legislatura si era aperta con il Parlamento un’interlocuzione che portò a una prima bozza e il cui iter fu però bloccato alla fine della stessa legislatura. Ora, finalmente, è stato presentato al Senato il disegno di legge quadro sul clima, promosso da WWF, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment per ottenere in Italia una legislazione sul clima.

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Le associazioni auspicano un appoggio largo ad un testo di legge quadro che contenga pochi ma decisivi elementi per incardinare la crisi climatica tra i metri di giudizio che informeranno le decisioni oggi e in futuro.

La Legge Quadro sul Clima, analogamente ai Paesi europei, deve dare un orizzonte, un percorso e strumenti di governance per contrastare la crisi climatica, programmare la riduzione dei gas serra, a partire dalla CO2, così come già avvenuto nella grande maggioranza dei paesi europei, a cominciare dal Regno Unito nel 2008 (Climate Change Act).

Il testo proposto stabilisce, sulla base degli accordi di Parigi, l’obiettivo inderogabile della neutralità climatica al 2050 e due obiettivi intermedi, anch’essi inderogabili, al 2030 e al 2040.

Cosa potrebbe prevedere la Legge quadro sul clima

  • in primis, l’istituzione di un organismo consultivo indipendente (Consiglio Scientifico del Clima) che possa essere base e supporto per le scelte di Governo e Parlamento. Nella proposta, il Consiglio composto da esponenti del mondo scientifico rappresenta uno strumento a disposizione delle istituzioni per l’analisi e la previsione dei rischi climatici nei diversi settori dell’economia in modo da favorire la mobilitazione e una corretta pianificazione degli investimenti di prevenzione e di mitigazione degli impatti climatici.
  • il carbon budget il cui meccanismo prevede il calcolo del budget di carbonio totale aggiornati per ciascun settore, con cadenza triennale e costantemente monitorati. Sulla base di questi obiettivi, la proposta prevede che il Consiglio proponga il Piano di Azione sul Clima per coordinare a tutti i livelli le varie politiche per il contrasto al cambiamento climatico
  • l’istituzione di una Assemblea dei Cittadini per l’elaborazione di piani, programmi, strategie e disposizioni di carattere generale riferiti alle politiche climatiche assicurando la più ampia partecipazione dei cittadini e degli attori sociali ed economici
  • infine, la proposta di legge propone una delega per la riforma complessiva del sistema fiscale che vada nel senso di una maggiore attenzione alle problematiche ambientali, a cominciare dalla questione dei sussidi ai combustibili fossili per i quali l’Italia ha sottoscritto con il G7, che presiederà il prossimo anno, l’impegno a eliminarli entro il 2025.

Staremo a vedere, insomma, se questa sarà la volta buona.

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