Questo orologio rivela quanto manca all’apocalisse climatica, oggi dice che ci restano solo 7 anni

L'orologio ci mostra quanto tempo abbiamo ancora a disposizione per poter salvare il nostro Pianeta, è l'ultimo conto alla rovescia che abbiamo e la linea temporale sta per giungere al termine

È un countdown che fa paura e infatti quelli mostrati dal Climate Clock, l’orologio del clima, sono le ore, i giorni e gli anni più importati per l’intero Pianeta. È quello che rimane alla Terra prima che il riscaldamento globale vada oltre il limite di 1,5 °C. fissato durante l’Accordo di Parigi nel lontano 2015.

Oltre tale limite ci attende solo un’apocalisse con eventi climatici estremi a cui purtroppo si sta già assistendo. Lo sbiancamento di massa dei coralli, l’innalzamento dei livelli del mare o la tragedia della Marmolada sono solo alcuni esempi. L’ultimo rapporto IPCC aveva già evidenziato quanto gli impatti dei cambiamenti climatici si stessero verificando a una velocità impressionante.

Continuano i vertici politici, gli incontri internazionali, ma il tempo scorre inesorabilmente. Oggi venerdì 22 luglio l’orologio segna solamente 7 anni.

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Al momento l’obiettivo emissioni zero entro il 2050 appare non lontano, di più. E l’orologio del clima è il migliore strumento di misurazione che ci sia per comprendere praticamente quanto è stato fatto finora.

Più le azioni prese dai Paesi del mondo per ridurre le emissioni di CO₂ sono concrete ed efficaci, più il countdown aumenterà. Al contrario, se le emissioni dovessero aumentare, il tempo a disposizione sarà sempre più poco. L’anno scorso la data ultima prima dell’aumento delle temperature globali era il 2032. Nel giro di metà anno siamo passati da 11 a 7 anni restanti.

Attualmente vi sono 4 orologi del clima in tutto il mondo: New York, Berlino, Seul, Glasgow e Roma. Nella nostra capitale l’orologio si trova in Via Cristoforo Colombo collocato sull’edificio del Ministero della transizione ecologica.

L’orologio del clima è stato inaugurato nel 2015 per mettere pressione ai leader mondiali e spingerli una volta per tutte a contenere l’aumento delle temperature globali entro i 1.5° C. Non ci sono più scuse, la finestra temporale per agire si sta chiudendo definitivamente.

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