Nel lontano 1977 le preoccupazioni per il nostro clima e per una futura catastrofe climatica erano all'ordine del giorno come si legge in una nota di quell'anno del Presidente americano Jimmy Carter, molto sensibile alle tematiche ambientali
Già 45 anni fa, quando il cambiamento anomalo del nostro clima non era un argomento di scottante attualità, la crisi climatica sembrava un pericolo più che realistico, una minaccia con cui avrebbero dovuto fare i conti le generazioni a venire.
Lo dimostra una nota dell’anno 1977 in cui il Presidente statunitense Jimmy Carter, sempre particolarmente attento ai temi ecologici, si rivolge alla nazione americana, chiedendo la sua massima attenzione sulle politiche che seguiranno.
Carter, eletto allora solamente da pochi mesi, intendeva smuovere le coscienze su un problema che temeva avrebbe potuto provocare una catastrofe climatica globale.
È un problema che non risolveremo nei prossimi anni ed è destinato a peggiorare progressivamente nel resto di questo secolo. Non dobbiamo essere egoisti o timidi se speriamo di avere un mondo dignitoso per i nostri figli e nipoti.
Dobbiamo semplicemente bilanciare la nostra domanda di energia con le nostre risorse in rapida diminuzione. Agendo ora possiamo controllare il nostro futuro invece di lasciare che il futuro controlli noi, si legge nella nota.
Che dire se non una grande lungimiranza per un problema riconosciuto come tale solamente a inizio 2000. Nella nota Carter prosegue toccando un altro punto spinoso: la dipendenza energetica degli Stati Uniti e l’enorme richiesta di combustibili fossili nel Nuovo Mondo.
Tematiche complesse che Carter voleva affrontare con un piano costituito da 10 principi.
Il vademecum dell’amministrazione Carter
- Una politica energetica efficace e globale è possibile solo se il governo se ne assume la responsabilità e la popolazione è pronta a fare dei sacrifici
- La crescita economica deve continuare, ma in maniera sana
- I problemi energetici hanno la stessa causa dei problemi ambientali: uno spreco di risorse
- La domanda va ridotta per sfruttare le risorse di cui il Paese già dispone
- I sacrifici devono essere compiuti in egual misura da ogni regione, ogni popolo, ogni gruppo di interesse
- Per ridurre la domanda bisogna puntare sulla conservazione
- I prezzi dovrebbero riflettere generalmente i veri costi di sostituzione dell’energia
- Le politiche di governo devono essere prevedibili e certe; consumatori e produttori hanno bisogno di politiche su cui poter contare
- Si devono conservare i combustibili che scarseggiano e sfruttare al meglio quelli che sono abbondanti
- Dobbiamo iniziare ora a sviluppare le nuove fonti di energia non convenzionali su cui faremo affidamento nel prossimo secolo, ecco l’importanza di mettere da parte le fonti di energia non rinnovabili nel futuro.
Carter ci aveva visto giusto, rimarcando nell’ultimo punto, con parole semplici e chiare, il cuore della questione.
Abbiamo ancora un’altra scelta. Possiamo iniziare a prepararci da subito. Possiamo decidere di agire finché c’è ancora tempo, specificò Carter nel suo discorso.
Adesso però, 45 anni dopo, la finestra temporale sta per chiudersi.
Fonte: The New York Times
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