Temperature da record: il mese appena trascorso è stato il quinto marzo più caldo a livello globale, come confermato dal nuovo bollettino del Copernicus Climate Change Service. Sempre più allarmante la situazione in Antartide, dove l'estensione del ghiaccio marino è stato del 26% inferiore alla media degli ultimi 30 anni
Le ondate di calore sono sempre più frequenti, anche in quei mesi in cui siamo soliti indossare ancora sciarpe e giubbotti pesanti. A livello globale il mese di marzo appena trascorso è stato il più quinto più caldo dell’ultimo trentennio. A confermarlo sono i dati del monitoraggio di Copernicus Climate Change Service, il servizio finanziato dall’Unione europea che pubblica regolarmente i bollettini climatici mensili.
La temperatura media globale per marzo 2022 è stata di circa 0.4ºC superiore alla media 1991-2020, mentre per quanto riguarda l’Europa lo scorso marzo è stato il terzo più freddo degli ultimi 10 anni.
Vi è stato un contrasto nelle anomalie di temperatura in Europa, con condizioni più calde della media a nord e più fredde della media a sud. – si legge nel bollettino – Le condizioni di freddo si sono estese all’Africa settentrionale e in Russia.
Notizie preoccupanti arrivano dalla regione artica e da quella antartica, dove si sono registrate condizioni di caldo anomalo. In particolare l’Artico ha vissuto il quarto marzo più caldo mai registrato; invece in Antartide sono stati battuti i record giornalieri di temperatura massima.
Sempre più drammatica la situazione dei ghiacciai artici
Naturalmente il caldo record ha avuto un impatto deleterio anche sui ghiacciai del Polo Nord e del Polo Sud. A destare grande preoccupazione è lo scenario registrato in Antartide, dove l’estensione del ghiaccio marino per il mese di marzo è stata del 26% inferiore alla media 1991-2020, classificandosi al secondo posto tra le più basse nei 44 anni di monitoraggio.
Le aree più colpite dal fenomeno sono state quelle dei mari di Ross, Amundsen e Weddell settentrionale. Invece, per quanto riguarda l’Artico, l’estensione del ghiaccio marino è stata del 3% inferiore alla media 1991-2020.
Lo scioglimento dei ghiacciai sta galoppando ad un ritmo sempre più veloce. Soltanto qualche giorno fa i satelliti hanno registrato il collasso della piattaforma di ghiaccio antartico Conger (della stessa estensione di Roma) nell’oceano. Il crollo del ghiacciaio è soltanto uno degli eventi più drammatici che stanno interessando l’Antartide negli ultimi decenni. Ed è uno dei tanti segnali che il nostro Pianeta ci manda per chiederci di invertire al più presto la rotta del riscaldamento globale. Prima che sia davvero troppo tardi.
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Fonte: Copernicus ECMWF
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