L’ondata di calore che ha messo sotto scacco l’Italia non è sola: dall’Artico al Giappone, il caldo batte tutti i record e infiamma il mondo

Il mondo sta letteralmente soffocando per il troppo caldo e per la siccità senza precedenti che minaccia di aggravarsi nel prossimo futuro

Il caldo che stiamo sperimentando in queste settimane è inedito e insopportabile, ma non è solo il nostro Paese ad essere stretto nella morsa del calore. In tutto il mondo, infatti, si registrano ondate di calore senza precedenti e picchi di temperature che i termometri finora non avevano mai testimoniato.

In gran parte dell’Europa Orientale e del Nord Africa le temperature sono fra i 15°C e i 35°C al di sopra della media stagionale, ma anche l’Asia centrale (Cina e Giappone, dove si sono superati i 35°C) boccheggia per il troppo caldo, che non risparmia neppure le regioni in prospicienza dei poli, come la Groenlandia e la Siberia.

Ieri in molte regioni italiane si sono superati i 40°C e alcune città sono state dichiarate bollino rosso dalla Protezione Civile. Complici anche gli incendi che continuano a devastare la vegetazione, Roma ha raggiunto la sua temperatura più alta mai registrata, mentre altre città hanno superato record mensili. Tutto questo in una condizione di inedita siccità che sta letteralmente prosciugando il nostro Paese.

Ma non solo: l’ondata di alta pressione proveniente dall’Africa sta riscaldando in maniera anomala anche la Finlandia, la Russia nordoccidentale, la Norvegia e la Germania, mentre i Paesi Bassi sono stati interessati da un potente tornado che ha causato una vittima e danni simili ai tornado che si scatenano negli Stati Uniti.

Fenomeni di siccità e caldo record come quelli che stiamo vivendo ora non si registravano da decenni nel bacino del Mediterraneo, e anche il mare ne risente: si pensi che la temperatura superficiale del Mar Mediterraneo è circa 1,5°C al di sopra della temperatura dei livelli pre-industriali.  

Uno studio pubblicato ieri sulla rivista Nature dimostra come, nei prossimi anni, i Paesi europei e africani che si affacciano sul Mediterraneo saranno sempre più esposti a fenomeni siccitosi estremi, conseguenza delle temperature sempre più alte. Entro il 2065, i giorni di siccità potrebbero rappresentare più del 50 per cento della stagione secca in queste regioni se le emissioni di gas serra non vengono ridotte in modo significativo.

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F0nte: The Washington Post

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