Gli attivisti di Ultima Generazione hanno versato stamattina 21 maggio carbone vegetale nella fontana di Trevi, al grido di “Non paghiamo il fossile”: al centro sempre l’emergenza climatica di cui stiamo tristemente vedendo gli effetti in Emilia-Romagna (e non solo). Ma questa forma di protesta continua a non piacere
Blitz a Roma degli attivisti di Ultima Generazione, che nella mattinata di oggi 21 maggio hanno versato carbone vegetale nella fontana di Trevi, al grido di “Non paghiamo il fossile”. Nel pieno dell’alluvione in Emilia-Romagna (e non solo) questa forma di protesta continua a non piacere, anche al centro c’è davvero la crisi climatica.
Ultima generazione torna a Roma con un blitz simile a quello dello scorso maggio in una fontana di Piazza Navona: anche l’acqua della Fontana di Trevi, in mezzo a turisti e cittadini, diventa nera come il carbone (ma vegetale in questo caso). Tra gli insulti dei passanti e dei turisti, è intervenuta la Polizia Locale.
Una forma di protesta che proprio continua a non piacere quella di Ultima Generazione, che mette al centro la crisi climatica e che oggi ricorda quello che sta accadendo in Emilia-Romagna, dove si moltiplicano scenari apocalittici.
Chiamati ecovandali, gli attivisti rispondono:
Ecovandalo è chi accelera la devastazione ambientale per mero profitto economico – scrivono sulla loro pagina web – In Italia 1 casa su 4 è a rischio alluvione, per un danno stimato di 3 mld ogni anno
Sì perché, se da un lato si stanno scatenando gli effetti della crisi climatica, dall’altro la distruzione delle difese naturali e del territorio sta accelerando la catastrofe.
Sono Mattia, ho 19 anni e ho deciso di fare disobbedienza civile perché la tragedia orribile vissuta in questi giorni in Emilia-Romagna è un’avvisaglia del futuro nero che attende l’umanità, fatto di siccità alternata ad alluvioni sempre più frequenti e violente […] L’unica possibilità per evitare che accada è fermare le emissioni legate ai combustibili fossili. […] Noi abbiamo deciso di ribellarci a chi ci sta condannando a morte. E invitiamo genitori, nonni, fratelli e figli preoccupati a unirsi a noi
⚫️Carbone vegetale nell'acqua della Fontana di Trevi 🚰
1 casa su 4 in Italia è vulnerabile alle alluvioni.
Quanto dobbiamo ancora aspettare perché chi è al governo intervenga concretamente? pic.twitter.com/Au9fniQYrN
— Fondo Riparazione | Ultima Generazione (@UltimaGenerazi1) May 21, 2023
La forma di protesta continua a non piacere, ma l’emergenza è terribilmente reale: secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è salita al 50% la probabilità che verrà superata la temperatura di 1,5 gradi entro il 2026, con un impatto del riscaldamento globale che potrebbe avere un impatto devastante sul Pianeta.
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E, anche solo guardando in casa, in Italia è a rischio alluvione il 23,3% delle abitazioni, che si traduce in un potenziale danno al patrimonio immobiliare pari a 3 miliardi di euro annui e 1.000 mille miliardi complessivi.
Sono Charlie, ho 18 anni, faccio la mia prima azione di disobbedienza civile non violenta per smuovere le istituzioni a non investire nei combustibili fossili. I disastri dell’alluvione e gli eventi di siccità e caldo estremo mi hanno fatto attivare la paura, l’ansia e la rabbia. Per noi verranno chieste ancora ‘pene esemplari’ dal Governo, molto più elevate di quelle comminate, nei decenni, a coloro che si sono immersi nella Fontana di Trevi. Ormai dovrebbe essere chiaro però che i veri ecovandali, i veri barbari non siamo noi, ma chi continua ad accelerare la devastazione ambientale in corso per mero profitto economico
Gli attivisti precisano che nessun danno è stato arrecato allo storico e famosissimo monumento della Capitale.
Mentre danni, ma soprattutto morti e feriti, continuano a salire in Emilia-Romagna.
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Fonte: Ultima Generazione / Ultima Generazione/Twitter
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