A pochi giorni dall’inizio della COP28 di Dubai, il rapporto delle Nazioni Unite afferma che il mondo sta correndo verso ben oltre il limite del riscaldamento globale. Il motivo? Le emissioni di carbonio aumentano invece di crollare
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Secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite, il mondo si sta dirigendo verso un aumento della temperatura di gran lunga al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Altri numeri che devono farci riflettere, ben chiari prima del vertice sul clima del 2023 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
Secondo l’Emissions Gap Report 2023: Broken Record – Temperatures hit new highs, yet world fails to cut emissions (again), del programma Onu per l’ambiente (UNEP), infatti, il globo sta correndo velocemente verso un aumento compreso tra i 2,5 e i 2,9 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali in questo secolo, destinato ad andare ben oltre la soglia climatica concordata a livello internazionale.
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L’umanità sta battendo tutti i record sbagliati sul cambiamento climatico – dice la direttrice esecutiva dell’Unep Inger Andersen. Le emissioni di gas serra e la temperatura media globale stanno raggiungendo nuovi massimi, mentre gli eventi meteorologici estremi si verificano sempre più spesso, si sviluppano più rapidamente e diventano più intensi.
Di cosa abbiamo bisogno? Di ridurre le emissioni: secondo il rapporto, i tagli necessari per raggiungere il calo delle emissioni di gas serra nel 2030 sono rispettivamente del 28 e 42% per il percorso dei 2°C e degli 1,5°C previsti dall’Accordo di Parigi. Siamo già ai limiti estremi della possibilità degli 1,5° C, con solo il 14% di possibilità di evitare il superamento anche nello scenario più ottimistico.
Broken Record, il disco è rotto – Il report
Nel 2023, fino all’inizio di ottobre, sono stati registrati 86 giorni con temperature superiori a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Settembre è stato il mese più caldo mai registrato, con temperature medie globali di 1,8°C superiori ai livelli preindustriali. Secondo il report, le emissioni globali di gas serra (GHG) sono aumentate dell’1,2% dal 2021 al 2022, raggiungendo un nuovo record di 57,4 gigatonnellate di anidride carbonica equivalente (GtCO2e). Le emissioni di gas serra nel G20 sono aumentate dell’1,2% nel 2022.
Se gli sforzi di mitigazione implicati dalle politiche attuali continueranno ai livelli odierni, in questo secolo il riscaldamento globale potrà essere limitato solo a 3° C rispetto ai livelli preindustriali. La piena attuazione degli sforzi impliciti nei Nationally Determined Contributions (NDC) metterebbe il mondo sulla buona strada per limitare l’aumento della temperatura a 2,9° C. Gli NDC condizionali, pienamente attuati, porterebbero a temperature non superiori a 2,5° C rispetto ai livelli preindustriali. Tutti hanno una probabilità del 66%, si legge nel documento.
Gli NDC incondizionati implicano ad oggi che nel 2030 bisognerà fare altri tagli alle emissioni di 14 GtCO2e rispetto ai livelli previsti per i 2° C. Per gli 1,5° C sono necessari tagli da 22 GtCO2e. L’implementazione degli NDC condizionali ridurrebbe tutte e due le stime di 3 GtCO2.
In termini percentuali, il mondo deve ridurre le emissioni del 28% entro il 2030 per raggiungere l’obiettivo dei 2° C previsto dall’Accordo di Parigi, con una probabilità del 66% e del 42% per l’obiettivo di 1,5° C.
Se tutti gli NDC condizionati e gli impegni net zero a lungo termine fossero rispettati, sarebbe possibile limitare l’aumento della temperatura a 2° C. Tuttavia, gli impegni di zero emissioni non sono attualmente considerati credibili: nessuno dei Paesi del G20 sta riducendo le emissioni a un ritmo coerente con i propri obiettivi di zero emissioni. Anche nello scenario più ottimistico, la probabilità di limitare il riscaldamento a 1,5° C è solo del 14%.
Cosa si sta facendo? Al 25 settembre, 9 Paesi avevano presentato NDC nuovi o aggiornati dalla COP27 del 2022, che diventano così 149. Se tutti gli NDC incondizionati nuovi e aggiornati venissero messi in pratica, si potrebbero ridurre le emissioni di gas serra di circa 5,0 GtCO2e, circa il 9% delle emissioni del 2022, annualmente entro il 2030, rispetto agli NDC iniziali.
La COP28 e il bilancio globale
Il primo Global Stocktake (GST), che si concluderà alla COP28, informerà il prossimo ciclo di NDC che i Paesi dovrebbero presentare nel 2025, con obiettivi per il 2035. L’ambizione globale nel prossimo ciclo di NDC deve portare le emissioni di gas serra nel 2035 a livelli coerenti con 2 °C e 1,5°C, compensando al contempo le emissioni in eccesso fino al raggiungimento di livelli coerenti con questi percorsi.
La preparazione del prossimo ciclo di NDC offre l’opportunità ai paesi a basso e medio reddito di sviluppare tabelle di marcia nazionali con politiche ambiziose per lo sviluppo e il clima e obiettivi per i quali le esigenze finanziarie e tecnologiche siano chiaramente specificate. La COP28 dovrebbe garantire che sia fornito sostegno internazionale per lo sviluppo di tali tabelle di marcia.
Le temperature aumenteranno di quasi 3 gradi entro fine secolo, quali le conseguenze?
I dati arrivano subito dopo i 12 mesi più caldi mai registrati e dopo un anno di eventi meteorologici estremi, tra cui gli incendi alle Hawaii , le inondazioni nel Nord Africa e, da noi, l’alluvione in Emilia-Romagna e, l’ultima, in Toscana.
Per ogni frazione di grado di riscaldamento oltre la soglia dell’1,5, peggiori saranno gli impatti. Il riscaldamento a 2 gradi mette molta più popolazione a rischio di condizioni meteorologiche estreme mortali e aumenta la probabilità che il Pianeta raggiunga punti di non ritorno irreversibili, come il collasso delle calotte polari e la morte di massa delle barriere coralline.
Un rapporto delle Nazioni Unite della scorsa settimana ha rilevato che, secondo i piani climatici dei paesi, nel 2030 l’inquinamento che provocherà il riscaldamento del pianeta sarà ancora del 9% più alto rispetto al 2010. Secondo il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, il mondo deve ridurre le emissioni del 45% entro la fine di questo decennio rispetto al 2010 per avere qualche speranza di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali. Un aumento del 9% significa che l’obiettivo è ben lontano.
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Fonte: UNEP
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