Le eruzioni vulcaniche di grande portata potrebbero riscaldare di molto il nostro clima, avverte la NASA

La NASA lancia l'allarme sulle eruzioni di lava basaltica che potrebbero riscaldare il nostro clima, fino a distruggere lo strato di ozono, contrariamente a quanto affermato in precedenza dagli stessi scienziati che sostenevano che tali eruzioni avrebbero potuto raffreddare il Pianeta

Le gigantesche eruzioni di lava basaltica o di basalto alluvionale sono osservate con particolare attenzione da geologi e scienziati di tutto il mondo poiché questi eventi distruttivi si possono verificare in concomitanza con le estinzioni di massa o gli impatti di pericolosi asteroidi.

(Leggi anche:Ogni 27 milioni di anni la Terra è colpita da un’estinzione di massa)

Sullo studio del fenomeno la NASA fa però un passo indietro rispetto a quello che, con le sue precedenti simulazioni climatiche, aveva dichiarato nel lontano 2015, affermando che le eruzioni di basalto alluvionale avrebbero provocato un raffreddamento della superficie terrestre.

Che eruzioni di questo tipo alterino in maniera significativa il nostro clima è più che ovvio anche perché non parliamo di eventi come quelli dell’eruzione vulcanica di Tonga, ma di qualcosa dalla potenza superiore che persiste per anni ed anni.

Alcuni esperti della NASA hanno infatti simulato, utilizzando il modello Goddard Earth Observing System Chemistry-Climate Model dell’agenzia spaziale statunitense, una fase di quattro anni dell’eruzione del Columbia River Basalt, verificato tra i 15 milioni ed i 17 milioni di anni fa nel Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti, scoprendo che dopo un periodo iniziare di raffreddamento globale durato due anni, si susseguiva uno di intenso riscaldamento che persisteva per circa 15 anni.

Tale riscaldamento è causato dall’enormi quantità di anidride solforosa emesse dall’eruzione che, come spiega Scott Guzewich del Goddard Space Flight Center della NASA, vengono convertite in aerosol di solfato solido:

questi aerosol riflettono la luce solare visibile, che provoca l’effetto di raffreddamento iniziale, ma assorbono anche la radiazione infrarossa che riscalda l’atmosfera in alto nella troposfera superiore e nella stratosfera inferiore. Il riscaldamento di questa regione dell’atmosfera consente al vapore acqueo (che è normalmente confinato vicino alla superficie) di mescolarsi nella stratosfera. Vediamo un aumento del 10.000% del vapore acqueo stratosferico. Il vapore acqueo è un gas serra molto efficace ed emette radiazioni infrarosse che riscaldano la superficie del pianeta.

Una delle drammatiche conseguenze sarebbe la distruzione dell’ozonosfera, lo strato dell’atmosfera terrestre con una maggiore concentrazione di azoto, gas che ci protegge dalle radiazione ultraviolette del Sole.

La simulazione NASA prevede che questi devastanti eventi potrebbero portare in futuro ad un “esaurimento degli Oceani”, suggerendo che proprio le eruzioni di lava basaltica su Marte e Venere avrebbero provocato un riscaldamento tale con una significativa perdita d’acqua sui due Pianeti. (Leggi anche:Venere era abitabile, aveva acqua liquida e somigliava moltissimo alla Terra)

Fonte:Geophysical Research Letters / NASA

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