I ghiacciai della Groenlandia settentrionale sono da tempo considerati stabili, ma gli scienziati mostrano come, dal 1978, le piattaforme di ghiaccio qui abbiano perso più del 35% del loro volume totale, tre delle quali sono crollate completamente
Gli enormi ghiacciai della Groenlandia settentrionale, a lungo ritenuti relativamente stabili, sono in difficoltà. Mentre l’oceano si riscalda, le ultime piattaforme di ghiaccio rimaste qui si stanno rapidamente indebolendo, destabilizzando i ghiacciai vicini e minacciando conseguenze potenzialmente drammatiche per l’innalzamento del livello del mare.
A dirlo è un nuovo studio dell’Università di Grenoble Alpes, in Francia, pubblicato su Nature Communications, che parte da un presupposto: le piattaforme di ghiaccio sono vere e proprie lingue di ghiaccio galleggianti che sporgono sull’oceano e agiscono come dighe, capaci di trattenere i ghiacciai sulla terraferma e rallentare la perdita di ghiaccio. Quando si sciolgono e si indeboliscono, una parte maggiore del ghiaccio terrestre è in grado di scivolare nell’oceano, innalzando così il livello del mare.
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Già nei mesi scorsi, un altro studio condotto dal Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina in Germania aveva registrato una perdita annuale di 38 metri di spessore di uno dei più grandi ghiacciai della Groenlandia, il Nioghalvfjerdsbrae, assottigliatosi del 42% dal 1998.
Questi ghiacciai sono stati a lungo considerati stabili, ma tre di essi si sono già completamente sciolti dagli anni 2000.
Lo studio
Gli scienziati hanno analizzato otto piattaforme di ghiaccio che sostengono i ghiacciai nel nord della Groenlandia, che insieme contengono abbastanza ghiaccio da innalzare il livello del mare di 2,1 metri se dovessero rompersi e sciogliersi completamente.
Questi ghiacciai sono tra i più importanti della calotta glaciale – spiega Romain Millan, glaciologo dell’Università di Grenoble Alpes e autore dello studio. Sono i ghiacciai più grandi della Groenlandia.
Mentre i ghiacciai in altre parti della Groenlandia hanno iniziato a perdere massa negli anni ’80 e ’90, finora quelli nella Groenlandia settentrionale “sono rimasti relativamente stabili”. Ma secondo lo studio, sembra che non sia più così.
Millan e i suoi colleghi hanno utilizzato migliaia di immagini satellitari, insieme a modelli climatici e misurazioni sul campo, per comprendere meglio i fattori trainanti e i tempi dei cambiamenti storici e attuali delle piattaforme di ghiaccio.
Quello che hanno riscontrato è stato un aumento “sostanziale e diffuso” delle perdite delle piattaforme di ghiaccio. Secondo lo studio, dal 1978, le piattaforme di ghiaccio che sostengono i ghiacciai della Groenlandia settentrionale hanno perso più del 35% del loro volume totale.
Inoltre, si è scoperto che dall’inizio degli anni 2000, tre sono crollati completamente e i restanti cinque si stanno sciogliendo e destabilizzando i ghiacciai vicini.
Possiamo vedere che le piattaforme di ghiaccio si stanno indebolendo – prosegue Millan – e questa è una nuova informazione chiave che non conoscevamo, perché pensavamo che questa parte della Groenlandia fosse davvero stabile.
La perdita di ghiaccio è dovuta a una combinazione di fattori, secondo lo studio, tra cui l’aumento del distacco – pezzi di ghiaccio che si staccano per formare iceberg – e lo scioglimento della superficie. Ma il fattore predominante è stato lo scioglimento basale, dove le calde correnti oceaniche sciolgono il ghiaccio dal basso.
Tra il 2000 e il 2020, un “aumento diffuso” del tasso di fusione basale ha seguito da vicino un aumento della temperatura dell’oceano, ha rilevato lo studio, e gli scienziati hanno notato un impatto diretto sui ghiacciai. Man mano che le piattaforme di ghiaccio si sciolgono, le “linee di ancoraggio” – il punto in cui il ghiacciaio smette di toccare il suolo e inizia a galleggiare – si stanno in pratica ritirando.
Se gli oceani continuassero a riscaldarsi, ciò potrebbe indebolire permanentemente le piattaforme di ghiaccio. E in un certo lasso di tempo, potrebbero addirittura crollare, il che potrebbe avere conseguenze significative sul contributo della calotta glaciale della Groenlandia all’innalzamento del livello del mare.
Non è possibile fornire tempistiche precise su quando potrebbe verificarsi un simile collasso, conclude lo studio, ma i cambiamenti si sono verificati rapidamente a partire dai primi anni 2000.
Il futuro dei ghiacciai dipenderà fortemente da ciò che il mondo farà per ridurre l’inquinamento che provoca il riscaldamento del pianeta, ha affermato Millan.
Motivo per cui gli studiosi chiedono un monitoraggio continuo per valutare meglio come le piattaforme di ghiaccio risponderanno ai cambiamenti climatici e, in particolare, per basarsi sui risultati dello studio sul complesso processo di fusione basale e sui potenziali impatti sull’innalzamento del livello del mare.
Fonti: Nature Communications / CNN
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