Il Rio Negro è il più grande affluente di sinistra del Rio delle Amazzoni, con una lunghezza di circa 3.700 km. Si snoda tra Brasile, Colombia e Venezuela ed è una delle meraviglie naturali del Sud America. Ma la siccità sta cambiando letteralmente il paesaggio
Il caldo estremo in Brasile sta provocando una siccità senza precedenti nel cuore della foresta amazzonica, mentre il sud del Paese è invece alle prese con forti tempeste e inondazioni devastanti. Una situazione allucinante, che non risparmia nemmeno il sontuoso Rio delle Amazzoni, in grave crisi per una siccità da record che non si vedeva dal 1902.
Col Rio delle Amazzoni in secca, tutt’attorno il paesaggio è desolante e così, il Rio Negro, uno dei principali affluenti, è al livello più basso degli ultimi 120 anni.
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Va da sé che la mancanza d’acqua stia compromettendo la navigazione sullo stesso Rio delle Amazzoni e la fornitura di elettricità alle città e ai villaggi locali. La popolazione della regione soffre il razionamento energetico, che incide sui servizi essenziali, e alcune comunità indigene hanno visto le loro riserve idriche ridursi, con gravi ripercussioni sull’agricoltura.
Queste immagini, acquisite da uno dei satelliti Copernicus Sentinel-2 rispettivamente il 6 novembre 2022 e l’11 novembre 2023, mostrano il calo del livello dell’acqua del fiume.
#ImageOfTheDay
#Drought is seriously impacting #navigation and the water supply of the local communities in the basin of the #RioNegro river in Brazil🇧🇷⬇️#Sentinel2 🇪🇺🛰 images of November 2022 & 2023 show that the river level is being severely affected by the drought pic.twitter.com/KzOXmpT5LR
— Copernicus EU (@CopernicusEU) November 16, 2023
Brasile, tra inondazioni e siccità e il disatro nel Corno d’Africa
Secondo le autorità locali, circa 598mila persone sono state colpite dalla siccità in Amazzonia, mentre tempeste, burrasche e grandinate hanno colpito 161 comuni del Paranà tra il 3 ottobre e il 2 novembre.
Anche lo stato di San Paolo, al confine con il Paranà, è stato colpito. Il 3 novembre, circa 2,5 milioni di persone nella città di San Paolo sono rimaste senza elettricità, a causa di venti di oltre 100 chilometri orari che hanno abbattuto alberi e linee elettriche. Al 6 novembre circa 500mila persone erano ancora senza elettricità.
Tutto questo mentre nel Corno d’Africa, tre anni di siccità hanno lasciato il posto a inondazioni locali.
In questo periodo dell’anno, la regione è spesso colpita da forti piogge che provocano inondazioni, causando ingenti danni alle infrastrutture locali, alle case, all’agricoltura e ai mezzi di sussistenza. Quest’anno il fenomeno meteorologico El Niño sta intensificando la stagione delle piogge nella regione, colpendo in particolare Somalia, Etiopia e Kenya. Sono state segnalate 111 vittime e almeno 700mila persone sono state sfollate.
L’11 novembre uno dei satelliti Copernicus Sentinel-2 ha acquisito questa immagine delle aree allagate vicino a Garissa in Kenya:
Disastrous #floods have affected the Horn of #Africa in the past few days
➡️111 casualties have been reported, and 700,000🧍displaced
⬇️Flooded areas near Garissa in #Kenya 🇰🇪 are visible in the #Copernicus #Sentinel2 🇪🇺🛰️ image of 11 November pic.twitter.com/jVIiJRT2Lo
— Copernicus EU (@CopernicusEU) November 17, 2023
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