A marzo, il Polo Nord e il Polo Sud hanno registrato temperature record, mentre maggio Delhi ha toccato i 49°C e la scorsa settimana Madrid ha superato i 40°C. Qui in Italia non stiamo messi meglio, con i termometri destinati a salire ancora di più nei prossimi giorni. Gli esperti affermano che i peggiori effetti dell'emergenza climatica non possono essere evitati se le emissioni continuano ad aumentare
Quando sono state trasmesse le temperature dalle stazioni meteorologiche antartiche all’inizio di marzo, gli scienziati hanno pensato che ci fosse un errore. E, invece, quelle temperature che avrebbero dovuto raffreddarsi rapidamente con lo svanire della breve estate del Polo Sud, in realtà stavano davvero salendo alle stelle: alla stazione di Vostok, a circa 1000 km dal Polo sud geografico, i termometri registrarono ben 15°C in più rispetto al precedente record di tutti i tempi.
E non era tutto: al Polo Nord sono state registrate temperature altrettanto insolite, sorprendenti per il periodo dell’anno in cui l’Artico dovrebbe emergere lentamente dal gelo invernale. La regione era più di 3°C più calda della sua media a lungo termine.
Quasi un monito, quello che arriva da entrambi i Poli: qui le ondate di calore contemporaneamente iniziano a sembrare molto simili a una catastrofe climatica.
Non solo ai Poli
Lo abbiamo visto: un’ondata di caldo ha colpito l’India e il Pakistan a marzo, portando le temperature più alte in quel mese da quando sono iniziate le registrazioni 122 anni fa. Il clima torrido è continuato in tutto il subcontinente, provocando disastri per milioni di persone.
Negli Stati Uniti la primavera è stata più simile a una mezza estate, con temperature in aumento in tutto il pPaese a maggio. La Spagna ha visto l’asticella di mercurio raggiungere i 40°C all’inizio di giugno quando un’ondata di caldo ha colpito l’Europa, colpendo il Regno Unito la scorsa settimana. In Italia, si prevede una nuova ondata di caldo africano.
Secondo gli scienziati queste temperature da record non sono di certo un evento naturale. Uno studio pubblicato il mese scorso ha mostrato che l’ondata di caldo dell’Asia meridionale è stata resa 30 volte più probabile dall’influenza umana sul clima.
Il cambiamento climatico sta rendendo le ondate di caldo più estreme e durano più a lungo in tutto il mondo. Gli scienziati hanno dimostrato che molte ondate di calore specifiche sono più intense a causa del cambiamento climatico indotto dall’uomo. Il segnale del cambiamento climatico è rilevabile anche nel numero di decessi attribuiti alle ondate di caldo, spiega Vikki Thompson, scienziato del clima presso il Cabot Institute dell’Università di Bristol.
Le ondate di caldo nella sola Europa sono aumentate di frequenza di un fattore 100 o più, causate dalle azioni umane nel riversare emissioni di gas serra nell’atmosfera. Le ondate di caldo: sono aumentate in frequenza, intensità e durata in tutto il mondo, aggiunge Friederike Otto, docente senior di scienze del clima al Grantham Institute, Imperial College London.
Ma di è la colpa?
Solo ed esclusivamente delle attività antropiche.
Questo tipo di calore rappresenta, nemmeno a dirlo, una seria minaccia per la salute umana, sia direttamente – poiché sottopone i nostri corpi a stress – sia indirettamente, poiché danneggia i raccolti, provoca incendi e persino danneggia il nostro ambiente costruito, come strade ed edifici. Soffrono di più i poveri, che sono nei campi o nelle fabbriche, o per strada senza riparo in mezzo al caldo, e non hanno il lusso dell’aria condizionata quando tornano a casa.
La stessa aria condizionata è un ulteriore aspetto del problema: il suo crescente utilizzo e il massiccio consumo di energia minacciano di accelerare le emissioni di gas serra, proprio come occorre urgentemente abbatterle. Ma come si fa? Ci sono modi per ridurre gli impatti per gli individui e per adattare le nostre città: dipingere i tetti di bianco nei Paesi caldi per riflettere i raggi del sole, coltivare edera sui muri nelle regioni più temperate, piantare alberi per fare ombra, attrezzare fontane e più aree verdi nelle città. Misure di adattamento più pesanti includono la modifica dei materiali che utilizziamo per edifici, reti di trasporto e altre infrastrutture vitali, per impedire che le finestre cadano dai loro telai, che le strade si sciolgano per il caldo e che le rotaie si deformino.
Ma queste misure possono essere solo un cerotto: solo tagli drastici alle emissioni di gas serra impediranno il caos climatico. Le attuali ondate di caldo si stanno verificando mentre la terra si è riscaldata di circa 1,2°C rispetto ai livelli preindustriali: le nazioni hanno concordato, al vertice delle Nazioni Unite sul clima COP26 lo scorso novembre, di cercare di non farle salire di oltre 1,5°C. Oltre a ciò, i cambiamenti climatici saranno troppo grandi per essere superati con alberi ombrosi o tetti bianchi, e si stima che a 2°C circa 1 miliardo di persone soffriranno di caldo estremo.
Non possiamo adattarci per uscire dalla crisi climatica – conclude Katharine Hayhoe, capo scienziata di Nature Conservancy. Se continuiamo con le normali emissioni di gas serra, non è possibile alcun adattamento. Semplicemente non puoi.
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Fonte: The Guardian
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