Un nuovo studio di Carbon Brief rivela che la Cina ha sorpassato l'Europa per emissioni storiche di CO2, posizionandosi al secondo posto dopo gli Stati Uniti. L'analisi, presentata durante la COP29 a Baku, in Azerbaijan, alimenta il dibattito sulla responsabilità storica e sul contributo finanziario che la Cina dovrebbe fornire per affrontare la crisi climatica
La Cina ha sorpassato l’Europa in termini di emissioni storiche di CO2, posizionandosi al secondo posto dopo gli Stati Uniti. Lo rivela una recente analisi di Carbon Brief.
Questo dato, emerso durante la COP29 a Baku, in Azerbaigian, getta nuova luce sul dibattito sulla responsabilità storica dei Paesi rispetto al cambiamento climatico e sul loro ruolo nel finanziamento delle misure di mitigazione e adattamento. Oggi, 22 novembre, la COP29 giunge al suo ultimo giorno, e la questione delle emissioni storiche della Cina rimane un tema centrale nei negoziati.
È importante ricordare che la CO2 rilasciata in atmosfera persiste per secoli, contribuendo al riscaldamento globale in modo cumulativo. Di conseguenza, le emissioni storiche sono un indicatore chiave per valutare la responsabilità di ciascun Paese nel causare la crisi climatica.
L’analisi di Carbon Brief evidenzia come, al 2023, le emissioni storiche della Cina abbiano raggiunto 312 GtCO2, superando le 303 GtCO2 dell’UE. Gli Stati Uniti, con 532 GtCO2, restano al primo posto, ma la Cina sta rapidamente colmando il divario. Secondo le proiezioni di Carbon Brief, basate sui dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), con le attuali politiche, la Cina potrebbe raggiungere gli Stati Uniti in termini di emissioni cumulative entro la fine del secolo.
Analysis: China’s emissions have now caused more global warming than EU | @DrSimEvans @VernerViisas
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— Carbon Brief (@CarbonBrief) November 22, 2024
Tuttavia, è essenziale contestualizzare questi dati. Se consideriamo le emissioni pro capite, la Cina (227 tCO2) è ancora lontana dai livelli dell’Ue (682 tCO2) e degli Stati Uniti (1.570 tCO2). Inoltre, la Cina si è impegnata a raggiungere il picco delle emissioni entro questo decennio, per poi iniziare una fase di riduzione. Il Paese sta investendo massicciamente in energie rinnovabili, con una capacità installata di energia eolica e solare superiore a quella di tutte le altre nazioni messe insieme, e guida il mercato globale dei veicoli elettrici.
Nonostante ciò, la crescente influenza della Cina a livello globale e il suo ruolo di secondo maggiore emettitore storico sollevano interrogativi cruciali, che i leader mondiali riuniti a Baku dovranno affrontare in queste ore conclusive della COP29.
Responsabilità e finanziamenti
La Cina dovrà assumersi maggiori responsabilità nel finanziare la lotta al cambiamento climatico? Dovrà contribuire in modo più sostanzioso al fondo per il clima, destinato ad aiutare i Paesi in via di sviluppo? Durante la COP29, si è discusso del “principio di responsabilità storica” come criterio per stabilire i contributi finanziari. Alcuni Paesi in via di sviluppo hanno chiesto che i Paesi sviluppati, responsabili della maggior parte delle emissioni storiche, si impegnino maggiormente nel fornire supporto finanziario.
Cooperazione internazionale
Come si evolverà la dinamica tra Cina, Stati Uniti ed Europa nella lotta al cambiamento climatico? Sarà possibile una maggiore collaborazione per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, in particolare l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali? Secondo l’analisi di Carbon Brief, il 94% del “budget globale di carbonio” per 1,5°C è già stato esaurito. Ciò significa che restano solo pochi anni prima di superare questa soglia critica, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per il Pianeta.
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