Il 2024 sarà ancora più caldo del 2023: l’allarme dell’Organizzazione meteorologica mondiale

Il mondo si avvia verso un 2024 ancor più caldo dopo i record già infranti nel 2023 e, guardando al passato, i dati dell’Organizzazione meteorologica mondiale non sono migliori dato che gli ultimi nove anni, dal 2015 al 2023, sono stati i più caldi mai registrati

Il 2023 ha “frantumato” i record climatici e si prospetta come il più caldo da quando sono iniziate le misurazioni, con i gas serra e i livelli del mare che hanno raggiunto i massimi storici e il ghiaccio marino antartico ai minimi storici. Tuttavia lo schema è destinato a continuare anche nel 2024.

A dichiararlo è stata l’Organizzazione meteorologica mondiale che ha precisato come il fenomeno meteorologico El Niño, iniziato quest’anno, probabilmente provocherà ulteriori temperature elevate nel 2024 dato che “ha il maggiore impatto sulle temperature globali dopo il suo picco”.

Gli ultimi nove anni, dal 2015 al 2023, sono stati i più caldi mai registrati e secondo l’OMM, il mondo ha sperimentato una “assordante cacofonia di record infranti” nel 2023. Il tasso di innalzamento del livello del mare dal 2013 al 2022 è stato più del doppio di quello registrato tra il 1993 e il 2002, il primo decennio di registrazione satellitare, a causa del continuo riscaldamento degli oceani e dello scioglimento di ghiacciai e lastre di ghiaccio.

2024 anno più caldo

@Organizzazione meteorologica mondiale

I livelli di anidride carbonica sono superiori del 50% rispetto ai livelli preindustriali

Il segretario generale dell’OMM Petteri Taalas ha avvertito:

Queste non sono solo statistiche. Rischiamo di perdere la gara per salvare i nostri ghiacciai e contenere l’innalzamento del livello del mare. Non possiamo tornare al clima del XX secolo, ma dobbiamo agire ora per limitare i rischi di un clima sempre più inospitale in questo e nei prossimi secoli.

Il rapporto provvisorio dell’OMM per i mesi fino alla fine di ottobre mostra che il 2023 è stato più caldo di circa 1,4°C rispetto ai livelli preindustriali, con un margine di incertezza di 0,12°C in più o in meno. Questo dato si distingue dall’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento a 1,5°C, che si basa su una media a lungo termine.

Tuttavia, la differenza di temperatura tra il 2023 e i due anni più caldi precedenti, il 2016 e il 2020, è stata così netta che è “molto improbabile che gli ultimi due mesi dell’anno influenzino la classifica”.

Il rapporto dell’OMM ha inoltre rilevato che i livelli di anidride carbonica sono superiori del 50% rispetto ai livelli preindustriali, intrappolando il calore nell’atmosfera. La combustione dei combustibili fossili è il maggior responsabile dell’anidride carbonica, che ha una durata di vita di centinaia di anni.

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Fonte: WMO

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