Il 2023 sarà a tutti gli effetti l’anno di passaggio tra due fenomeni ciclici: il Niño, la corrente oceanica calda che parte dalle coste del Perù e per due o tre anni produce effetti su scala globale, e il suo opposto, la Niña. Cosa accadrà nei prossimi mesi?
Con cadenza che va dai 2 ai 7 anni, ciclicamente, l’Oceano Pacifico equatoriale diventa fino a 3°C più caldo (quello che conosciamo come El Niño) o più freddo (La Niña) del solito, innescando una cascata di effetti avvertiti in tutto il mondo. Questo ciclo è chiamato El Niño Southern Oscillation (ENSO) perché ogni El Niño è naturalmente seguito da La Niña e viceversa, con alcuni mesi di condizioni neutre tra gli eventi.
Il cambiamento della temperatura della superficie del mare associato agli eventi ENSO potrebbe sembrare marginale, ma è più che sufficiente per interrompere i modelli meteorologici a livello globale e persino la circolazione su larga scala dell’aria nella stratosfera polare a 8 km sopra la Terra. Cosa vuol dire in parole povere?
La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti ha riferito che l’Oceano Pacifico equatoriale tornerà al suo stato neutrale tra marzo e maggio del 2023 ed è probabile che le condizioni di El Niño si sviluppino durante l’autunno e l’inverno dell’emisfero settentrionale. Cosa ci si può aspettare, dunque, dal prossimo evento de El Niño?
Nella seconda metà dell’anno comincerà il Niño e ci sarà inevitabilmente un peggioramento dei dati di aumento delle temperature, che già sono stati preoccupanti negli ultimi anni, dicono gli esperti.
Cosa accadrà nel 2023 col ritorno de El Niño
Il ritorno de El Niño entro la fine dell’anno causerà un aumento delle temperature globali “fuori dal grafico” e ondate di calore senza precedenti. È questo l’allarme lanciato dagli scienziati, secondo cui El Niño che tornerà nel 2023 aumenterà le condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo e renderà “molto probabile” che il mondo superi 1,5°C di riscaldamento.
Tutto è frutto di una oscillazione naturale guidata dalle temperature oceaniche e dai venti nel Pacifico, che alterna El Niño, La Niña (a sua controparte più fredda) e condizioni neutre. Gli ultimi tre anni hanno visto una serie insolita di eventi consecutivi de La Niña, ora il ritorno del Niño non promette di essere parecchio devastante.
Già da questo momento, insomma, gli esperti prevedono che quest’anno sarà più caldo del 2022. Ma El Niño si verifica durante l’inverno dell’emisfero settentrionale e il suo effetto di riscaldamento richiede mesi per essere avvertito, il che significa che è molto più probabile che il 2024 stabilisca un nuovo record di temperatura globale.
Secondo il Met Office, il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, e l’ufficio di meteorologia del governo australiano, La Niña dovrebbe essere terminata tra la fine di gennaio e febbraio e le condizioni dell’oceano Pacifico potranno arrivare una fase neutrale che potrebbe durare almeno fino a tutto il mese di aprile.
Ciò detto, tra poche settimane, quindi, le temperature nell’area del Pacifico potranno aumentare e le medie mondiali diventare anche più alte di quelle del 2022.
Il 2023 potrebbe quindi essere uno degli anni più caldi mai registrati.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Leggi anche:
- Copernicus: l’estate 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa
- Scenari apocalittici: il sito archeologico di Petra è un fiume di fango, mentre la tempesta artica ha sepolto gli USA
- Cambiamenti climatici: stiamo andando verso un futuro senza nuvole?
- Sai che il caffè potrebbe scomparire? Costerà sempre di più (e la colpa non è solo del caro vita)
- Gli sforzi del mondo per fermare il riscaldamento globale potrebbero non essere sufficienti: lo studio del MET