I dati relativi all'estensione dei ghiacciai sono sempre più preoccupanti: segnato un nuovo triste record per il ghiacciaio polare artico
La situazione dei ghiacciai del mondo è sempre più drammatica, compromessa dalla crisi climatica in atto, dall’aumento delle temperature superficiali e dall’acidificazione degli oceani.
L’estensione del ghiaccio marino artico per l’inverno dell’emisfero settentrionale del 2023 è la quinta più bassa mai registrata. Ad affermarlo sono gli esperti del National Snow and Ice Data Center (NSIDC).
Lo scorso 6 marzo, il ghiacciaio ha probabilmente raggiunto la sua massima estensione con 5,64 milioni di miglia quadrate (398.000 miglia quadrate al di sotto della media registrata fra il 1981 e il 2010).
Ma non solo: la data di massima estensione del ghiacciaio, ovvero il 6 marzo, si è anticipata di sei giorni rispetto alla data media dei trent’anni fra il 1981 e il 2010, fissata al 12 marzo.
La situazione di grave crisi del ghiacciaio artico è chiaramente connessa alla crisi climatica di origine antropica e ha importanti implicazioni regionali in tutto l’Artico, denunciano gli autori del progetto di ricerca.
Temperature oceaniche e atmosferiche sempre più alte sono all’origine della perdita di ghiaccio marino artico.
Questa calotta glaciale si scioglie parzialmente durante l’estate fino a raggiungere la sua estensione minima a settembre, per poi “rigenerarsi” durante la stagione fredda e arrivare a coprire la maggior parte dell’Oceano Artico entro marzo.
Tuttavia, anche l’oceano Artico si sta riscaldando velocemente – quasi quattro volte più velocemente della media globale. Questo ha portato, negli ultimi quattro decenni, a una progressiva diminuzione sia l’estensione minima di settembre che quella massima di marzo.
L’estensione minima più bassa finora registrata risale al settembre del 2012, quando la superficie glaciale si è fermata al 44% al di sotto della media 1981/2010; l’estensione massima più bassa, invece, è stata registrata nel marzo del 2017 (-7,4% in meno rispetto alla media 1981/2010).
Oltre a quella registrata lo scorso 6 marzo, tutte e cinque le estensioni massime più basse sono state registrate negli ultimi otto anni, mentre le dieci estensioni massime più basse si sono registrate negli ultimi 17 anni.
Ma non è solo l’estensione del ghiaccio artico a preoccupare gli scienziati: anche lo spessore della calotta desta preoccupazione: come dimostra uno studio appena pubblicato, il ghiaccio marino artico è cambiato in modo significativo dopo il 2007 diventando sempre più sottile.
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Fonte: National Snow and Ice Data Center
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