Così le fake news diffuse dalle compagnie dei combustibili fossili stanno ostacolando la transizione energetica: l'Onu mette in guardia i leader politici, che subiscono troppe pressioni per le loro politiche green
La transizione energetica stenta ancora a decollare in diversi Paesi. Uno dei tanti ostacoli è rappresentato dalla massiccia campagna di disinformazione portata avanti dalle aziende dei combustibili fossili. A mettere in guardia di recente su questo fenomeno è anche l’Onu.
C’è questa narrazione prevalente, e molta di questa è spinta dall’industria dei combustibili fossili e dai suoi facilitatori, secondo cui l’azione per il clima è troppo difficile, è troppo costosa – sottolinea Selwin Hart, assistente del segretario generale delle Nazioni Unite – È assolutamente fondamentale che i leader, e tutti noi, ci opponiamo e spieghiamo alle persone il valore dell’azione per il clima, ma anche le conseguenze dell’inazione per il clima.
Così le lobby fossili (con la complicità dei social) stanno rallentando la lotta alla crisi climatica
Purtroppo è evidente che le lobby del petrolio e del gas stiano tentando in tutti i modi di fare pressioni sui governatori mondiali per ritardare le politiche che puntano a ridurre le emissioni, come ricorda Hart. E, ahinoi, le piattaforme social, come Meta, fanno ben poco per bloccare la diffusione delle fake news.
Come emerso dal report Climate of Misinformation di Climate Action Against Disinformation (CAAD), che qualche mese fa ha Meta, Pinterest, YouTube, TikTok e X, i social sono diventati “attori complici” della disinformazione, in particolare del negazionismo climatico.
Secondo Selwin Hart, questa situazione potrebbe aver influito sulle pesanti sconfitte incassate dai partiti ecologisti, come accaduto ai Verdi, in Germania e in altri Paesi alle scorse elezioni europee.
Questo dovrebbe mettere in allerta i leader politici: coloro che sono ambiziosi non sono solo dalla parte giusta della storia, ma anche dalla parte del loro popolo. Il clima sembra scendere nella lista delle priorità di chi governa – conclude l’assistente del segretario generale delle Nazioni Unite – Ma ora abbiamo davvero bisogno di leader che diano il massimo e siano ambiziosi. E abbiamo bisogno della massima cooperazione. Sfortunatamente, al momento non lo stiamo vedendo.
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Fonte: The Guardian
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