Èlite inquinante: sono i super ricchi i più grandi responsabili delle emissioni di CO2

Del riscaldamento globale siamo tutti responsabili allo stesso modo? Tutti abbiamo lo stesso impatto sul Pianeta in termini di emissioni? Un altro rapporto rileva che “un gruppo relativamente piccolo” di persone ricche contribuisce in modo sproporzionato alle emissioni

La differenza tra le emissioni di carbonio dei ricchi e dei poveri all’interno di uno stesso Paese è in questo momento maggiore rispetto alle differenze nelle emissioni tra Paesi differenti. Un dato che dà prova ancora una volta del crescente divario tra la “èlite inquinante” dei ricchi di tutto il mondo e la responsabilità relativamente bassa delle emissioni tra il resto della popolazione.

La maggior parte delle politiche climatiche globali si è concentrata sulla differenza tra paesi sviluppati e in via di sviluppo e sulla loro responsabilità attuale e storica per le emissioni di gas serra. Ma un numero sempre più elevato di studi suggerisce che la classe elitaria inquinante di coloro che hanno i redditi più alti a livello globale supera di gran lunga le emissioni di coloro che sono decisamente meno abbienti.

Leggi anche: L’élite mondiale degli inquinatori: i ricchi sono il 10% della popolazione, ma producono la metà delle emissioni

Ciò ha profonde conseguenze per l’azione per il clima, in quanto dimostra che le persone a basso reddito nei paesi sviluppati stanno contribuendo meno alla crisi climatica, mentre le persone ricche nei paesi in via di sviluppo hanno un’impronta di carbonio molto maggiore di quanto precedentemente riconosciuto.

emissioni carbonio

©Climate Inequality Report 2023

Nel report intitolato Climate Inequality Report 2023, gli economisti del World Inequality Lab analizzano da dove provengono attualmente le emissioni di carbonio. Il World Inequality Lab è co-diretto dall’influente economista Thomas Piketty, autore di Capital in the Twenty-first Century, il cui lavoro dopo la crisi finanziaria più di un decennio fa ha contribuito a rendere popolare l’idea dell'”1%”, un gruppo globale ad alto reddito i cui interessi sono favoriti dagli attuali sistemi economici.

Ne parlammo anche qui: L’1% dei più ricchi causa il doppio delle emissioni di CO2 del 50% dei poveri, l’allarme di Oxfam

Il rapporto ha rilevato che le disuguaglianze di carbonio all’interno dei Paesi ora sembrano essere maggiori delle disuguaglianze di carbonio tra Paesi diversi e che i modelli di consumo e di investimento di un gruppo relativamente piccolo della popolazione contribuiscono direttamente o indirettamente in modo sproporzionato ai gas a effetto serra. Mentre le disuguaglianze nelle emissioni tra Paesi rimangono considerevoli, la disuguaglianza complessiva nelle emissioni globali è ora spiegata principalmente dalle disuguaglianze all’interno dei Paesi.

emissioni procapite

©Climate Inequality Report 2023

Le grandi economie emergenti come la Cina – si legge infine nel rapporto – hanno ora una crescente responsabilità per lo stock di anidride carbonica nell’atmosfera. Sarebbe ora di produrre piani chiari per raggiungere le emissioni nette zero.

Le disuguaglianze nelle emissioni contano perché la disuguaglianza di carbonio all’interno dei Paesi rappresenta la maggior parte della disuguaglianza globale delle emissioni di carbonio tra coloro che generano le emissioni e coloro che subiscono i peggiori effetti del riscaldamento globale e che hanno la minima capacità di adattamento, dice Peter Newell, professore di relazioni internazionali presso l’Università del Sussex. I modelli di consumo e di investimento da parte dell’élite inquinatrice, che guidano questi contributi diseguali al cambiamento climatico, devono essere ridotti e reindirizzati rispettivamente. E questa è una grande sfida.

E come non potrebbe esserlo: per frenare l’inquinamento c’è bisogno della collaborazione di tutti, ma sono pronte le classi più ricche, a cambiare le loro abitudini abitudini in nome delle generazioni future?

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: Climate Inequality Report 2023

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook